20 ottobre 2012

Cgil in piazza San Giovanni "Il lavoro prima di tutto"

Con la manifestazione di oggi va in scena il racconto collettivo della crisi. Camusso: «La parola a chi lavora». La Cgil chiama a Roma i lavoratori di tutti i settori e di tutta Italia per far dialogare i protagonisti della crisi.  Dai chimici agli artigiani, dai lavoratori nel campo dell'edilizia ai metalmeccanici fino ad arrivare ai professionisti. A Roma, a piazza San Giovanni, migliaia di lavoratori in fermento che festeggiano e bivaccano tra gli stand in occasione della manifestazione della Cgil. Nella piazza, tra le decine di palloncini rossi e bandiere del sindacato, campeggia un palco sul quale si alternano, musicisti, attori, artisti e lavoratori. Tra i numerosi stand, divisi per categorie del sindacato e per regioni, uno è stato adibito a 'panetteria', dove su un vero e proprio forno a legna si legge "Rivendichiamo lavoro e salario... per il momento offriamo il pane". Tanti i gadget e le magliette con slogan come "giovani non più disposti a tutto".
Nessun corteo, ma una piazza trasformata in un "agorà del lavoro" considerato l'unica chiave per uscire dalla crisi. Trenta stand, ventuno regionali e gli altri di categoria, riempiono la piazza, dominata dal palco su cui si fa musica (Casa del Vento, Tosca, Eugenio Finardi) e si raccontano storie e testimonianze di lavoratori.
L'obiettivo della Cgil "é ricordare al Governo di mettere il 'lavoro prima di tutto'", lo slogan dell'iniziativa. La manifestazione è così anche l'occasione per dare voce e riunire le centinaia di vertenze.
STUDENTI IN PIAZZA A FIANCO DELLA CGIL
 La Rete degli Studenti Medi e l'Unione degli Universitari aderiscono alla manifestazione indetta dalla Cgil. "Saremo in piazza al fianco dei lavoratori per ribadire - spiega Daniele Lanni, Portavoce nazionale della Rete degli Studenti - che è necessario rimettere al centro dell'agenda politica dell'Italia la scuola, l'università e il lavoro. Perché è arrivato il momento in cui il Governo e le forze politiche del nostro Paese ascoltino le nostre voci e le nostre idee su queste questioni: l'impegno comune di studenti e lavoratori in questo senso è fondamentale. La condizione del diritto allo studio in Italia ha raggiunto ormai - continua Lanni - livelli drammatici. I costi di accesso al mondo della scuola e dell'università rappresentano ormai ostacoli invalicabili per moltissime famiglie italiane, e questo si traduce inevitabilmente in un danno per il futuro del Paese tutto". "Scenderemo in piazza - dichiara Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell'Udu - anche per ribadire il nostro secco no alle scelte di questo Governo di non rispettare la nostra Costituzione. Finanziando, con la Legge di Stabilità, 223 milioni di euro alle scuole private, si ledono palesemente gli articoli costituzionali che non prevedono oneri per lo Stato per le strutture private e che invece garantisce l'accesso ai livelli più alti della formazione ai meritevoli anche se privi di mezzi. Per questo chiediamo al Governo - conclude Orezzi - di destinare i 223 milioni al fondo per il diritto allo studio, perché la scusa della mancanza di soldi non regge più, è una questione di priorità di spesa ed è arrivato il momento che i giovani e il futuro di questo Paese tornino una priorità dell'agenda del Governo".