28 febbraio 2011

ACCENTURE HRS: TRE SEDI A RISCHIO MENTRE CONTINUANO LE POLITICHE MERITOCRATICHE

Giovedì 24 febbraio 2011, presso l’Unione Industriali di Roma, si è tenuto un incontro tra ACCENTURE HRS e le Segreterie Nazionali di SLC, FISTEL e UILCOM unitamente alle RSU aziendali per discutere della situazione aziendale.
Nel corso dell’incontro l’azienda ha confermato ufficialmente il rinnovo della commessa Telecom avvenuto nel corso del mese di dicembre scorso con la formula full fino al 2012 e con la possibilità per Telecom di variare unilateralmente il livello delle prestazioni richieste per gli anni 2013-2014. Al termine di tale periodo, a detta di AHRS, Telecom Italia potrebbe scegliere di reinternalizzare tali attività o di affidare ad altri tale commessa.
Alla luce di tale situazione, secondo l’azienda, è necessario procedere alla chiusura delle sedi di Torino, Bologna e Napoli, onde permettere un risparmio sui costi tale da consentire di far fronte ai livelli di riduzione della commessa Telecom, ed ha ipotizzato l’utilizzo di strumenti quali, tra gli altri, i trasferimenti fuori dalla regione, le mobilità coatte e le riallocazioni in altre aziende per la gestione degli esuberi.
La delegazione sindacale ha più volte chiesto a quanto ammontasse la riduzione economica prevista nel rinnovo, senza riuscire ad avere dati precisi da parte aziendale. Inoltre ha pesantemente denunciato gravi perplessità sull’utilizzo degli stagisti, chiedendo a più riprese una dettagliata informativa in merito, prima di iniziare qualsiasi altro tipo di discussione. C’è poi da considerare che nel corso dei mesi scorsi si è dato seguito all’erogazione di politiche meritocratiche (che hanno visto escluse le sedi in questione) a nostro avviso eticamente ed economicamente incompatibili con la situazione aziendale.

27 febbraio 2011

Emilio Miceli in Slc Catania: Intervento del Segretario Generale del NIdiL CGIL di Catania Giuseppe Oliva

Care lavoratrici e cari lavoratori,
voglio iniziare il mio intervento,con un omaggio all'impegno: a nome del NIdiL, categoria che rappresento, e da giovane dirigente della CGIL, ringrazio la SLC di Catania, il segretario Generale, tutta la segreteria e il direttivo che hanno sposato la causa della regolamentazione del settore delle telecomunicazioni. Le stabilizzazioni e l'energia con il quale sono state affrontate dovrebbero essere di esempio per molte altre categorie, dove vengono utilizzati i lavoratori atipici nelle loro più varie forme. Ma vi confido che è difficile vedere un impegno a tutto tondo per l'occupazione a tempo indeterminato in altre categorie.
Approfitto di questo evento però oltre che per i sinceri ringraziamenti, per mettere in evidenza alcune criticità che siamo costretti ad annotare, e che il filo comune che lega gran parte dei lavoratori del settore: il precariato sociale. Precariato sociale e precariato di lavoro hanno dei confini sfumati, e talvolta si confondono. Con il termine precariato si intende, generalmente, la condizione di quelle persone che vivono, involontariamente, in una situazione lavorativa che rileva, contemporaneamente, due fattori di insicurezza:
1.mancanza di continuità del rapporto di lavoro e certezza sul futuro;
2.mancanza di un reddito adeguato su cui poter contare per pianificare la propria vita presente e futura.
Affinché tutto sia più semplice, adesso procedo, brevemente, all'analisi delle tipologie di lavoratori del settore delle TLC.
La somministrazione.
Il 2008 è l'anno cruciale per la somministrazione, la legge 276/03 getta le basi per il contratto delle agenzie di somministrazione, nel luglio del 2008 nasce il primo CCNL delle agenzie in somministrazione. Si aprono, letteralmente, i cancelli delle aziende del settore delle TLC. Il settore delle telecomunicazioni, insieme a quello del commercio sono i settori dove vengono impiegati più somministrati, pensate che nel 2010 in Sicilia il 20% delle missioni dei somministrati sono nel settore delle telecomunicazioni. Queste issioni portano con se tanti se e tanti ma…I se e i ma nascono da tante sviste dei contratti nazionali sia delle telecomunicazioni che delle agenzie delle somministrazioni, spesso in nome dell'occupazione. Ma non è questo che voglio sottolineare. L'accento voglio metterlo sul fatto che i lavoratori somministrati anche se equiparati ai lavoratori a tempo indeterminato, vivono giornalmente l'angoscia del rinnovo, vero elemento di stress. Credetemi “l'esame” di valutazione che si è costretti a subire, genera molta sofferenza, e rende la vita molto precaria; non solo economicamente perché la missione non potrebbe essere reiterata, ma soprattutto perché psicologicamente genera molto stress. Il mancato rinnovo, la necessità di lavoro rende il Lavoratore non libero ma assoggettato alla paura di uscire dal mercato del lavoro e quindi precario sociale.
Il co.co.pro.
Con la circolare n° 78/2007 meglio identificabile col nome del ministro Damiano, era arrivata una ventata di rinnovamento proprio nel settore delle TLC. Infatti l'evidente incompatibilità tra contratto a progetto e la possibilità di fare un lavoro di call-center inbound ha dato la possibilità di fare tante vertenze e di iniziare a dare un nuovo volto al settore. Infatti il lavoro dell'operatore telefonico, prima scarsamente qualificato, routinizzato, quasi di tipo fordista, diventa una professione. Il lavoratore diventa un impiegato. Ma le cose non vanno meglio per gli altri lavoratori che invece si occupano di out-bound. Confermando, che tutti e dico tutti i lavoratori a progetto sono subordinati, e non parasubordinati, anche nelle aziende più virtuose. Anche qui l'accento lo poniamo su uno degli aspetti determinati, il salario. Il compenso corrisposto ai collaboratori a progetto deve essere proporzionato alla quantità e qualità del lavoro eseguito e deve tenere conto dei compensi normalmente corrisposti per analoghe prestazioni di lavoro autonomo nel luogo di esecuzione dei rapporti. Inoltre nella Finanziaria del 2007 è stato opportunamente inserito fra i parametri di riferimento per la determinazione del compenso, quelli “corrisposti per prestazioni di analoga professionalità, anche sulla base dei Contratti collettivi nazionali di Lavoro ”. Ma con l'esperienza che abbiamo sappiamo benissimo che i lavoratori a progetto sono quelli nel gradino più basso della scala dell'evoluzione del lavoratore.
Il LAP è l'esempio del cittadino precario: svolge mansioni scarsamente professionalizzanti, scarsamente tutelato (pensate che la durata del contratto è un accordo tra le parti), e non ultimo scarsamente remunerato, il salario infatti è scollegato dalle logiche che ho appena citato.
Queste forme atipiche di contratto di lavoro sono sempre utilizzate in nome della flessibilità.
La flessibilità, adeguatamente sostenuta da strumenti di sostegno al reddito, permette di portare valore aggiunto, sia in termini economici al lavoratore, che in termini di miglioramento delle performance per le aziende. Crea tensione positiva nel sistema dell'offerta e possibilità di scegliere le risorse più adatte al sistema della domanda. E' evidente che stiamo parlando di flessicurezza, che in un sistema economico e sociale come il nostro sembra lontano anni luce. La lotta alla precarietà parte, dunque, dalla consapevolezza che bisogna prima creare un adeguato e organico pacchetto di sostegni a paracadute, per coloro che si trovano in situazioni di non lavoro e, di contro, un'azione di tipo sanzionatorio per i casi di non osservanza delle regole.
Il tempo indeterminato part-time.
Non ultimo anche il lavoratore a tempo indeterminato, che per logiche complesse viene assunto con un contratto part-time,spesso di 20 ore settimanali, ma che giornalmente svolge più ore lavorative, utilizzando lo strumento del lavoro supplementare per creare reddito. Così facendo il lavoratore si crea un' economia domestica “falsata” basata sul reddito e non sul salario. Se il lavoro supplementare per una qualsiasi eventualità non potesse essere svolto, il lavoratore si troverebbe in una condizione di forte disagio. Qui la precarietà è rappresenta dalla differenza tra reddito e salario.
Per questo oggettivamente non posso criticare la disponibilità oraria, che tanto ha sconvolto la vita di molti neo dipendenti di Almaviva, e creando critiche spesso sterili anche tra noi: è un modo per aumentare il salario e creare reddito, per 12 mesi ha allontanato quel senso di precarietà sociale che anche i lavoratori a tempo indeterminato hanno.
Compagni, tutto questo è precariato,tutto questo è precariato sociale, ormai ad essere precario non è solo il lavoratore atipico, che non ha la sicurezza economica nel lungo periodo, ma è chi ogni mese deve fare i conti con salari di 600€, e una vita da affrontare.
In un contesto lavorativo come quello italiano, essere precari significa non poter mettere a frutto il proprio titolo di studio - che ai fini reddituali risulta del tutto ininfluente - significa dequalificare il proprio profilo personale. Significa incrementare i profitti delle imprese e comprimere i redditi, senza per altro offrire i benefici della flessibilità, con la difficoltà a svolgere una vita normale, immolando sull'altare della vita la qualità stessa della vita.
Il Segretario Generale del NIdiL CGIL di Catania Giuseppe Oliva

26 febbraio 2011

Emilio Miceli in Slc Catania: Sintesi relazione finale del Segretario Generale Nazionale Emilio Miceli

Catania 25 febbraio 2011

Care\i compagne\i,

oggi vorrei essenzialmente parlare della nostra crisi, di quella crisi che investe il nostro settore. Noi siamo attualmente in una fase dove il disagio giovanile italiano ci fa capire cosa davvero non funziona nel nostro Paese. Bisogna quindi cercare di dare una risposta a questa generazione che a differenza di quelle precedenti (dove pur prendendo coscienza prima o poi sapevano che un lavoro l'avrebbero trovato) non hanno a tutt'oggi sentore e speranza di vedere cambiata la loro realtà lavorativa.

Il dramma che stiamo vivendo è quello che abbiamo dei giovani di età superiore ai trenta, part-time o a quattro ore, che devono essere scolarizzati, formati ed indirizzati verso una tipologia lavorativa sempre più esigente e professionale che alla fine porta ad uno stipendio medio di circa 700 euro. Quindi si ha un rapporto tra lavoro e retribuzione che a 23/25 anni poteva soddisfare in parte l'esigenza personale del lavoratore, ma che andando avanti in età diventa decisamente insufficiente per poter arrivare a parlare di sicurezza economica e programmazione di un degno futuro.

Il vero problema che bisogna evidenziare è una cultura sbagliata che, ancora oggi, ci dice che in fondo il lavoro di call center è un' attività di passaggio, attività che i giovani, invece, non hanno nessuna voglia di lasciare anzi desiderano che sia riconosciuta e posizionata di diritto come lavoro stabile e sufficientemente retribuito.

La nostra responsabilità è quella di dover sensibilizzare la parte politica in quanto le problematiche non possono essere risolte solamente con gli strumenti sindacali. Il Governo non può essere assente e deve fare obbligatoriamente la sua fondamentale ed unica parte.

Parlando di incentivi statali tutti noi sappiamo che più ne vengono erogati e più ne abbiamo di bisogno, poichè una volta interrotti si va inevitabilmente in forte crisi. Il mezzogiorno d'Italia ha vissuto tantissimi anni con una misura strutturale che sotto un certo punto di vista ha consentito di tenere un quadro industriale non privo di tantissime difficoltà parallele ma che dei benefici aveva portato. Mi riferisco alla vecchia fiscalizzazione degli oneri sociali dove le imprese risparmiavano il 30% che veniva preso in carico dallo Stato. Tolta questa misura, nessuno ha mai provato ad immaginare un'altra soluzione che potesse aiutare un'impresa ad investire oppure un giovane a poter avere una qualsiasi garanzia di diritti ed occupazione.

La 407 è una dote a carico di ogni singolo lavoratore subordinato. Pertanto se un' azienda decide di avere questa dote sa perfettamente che legata ad essa ci sarà una sua unità produttiva. Non penso di sbagliare, cari compagni, che in una fase di crisi come questa se vogliamo evitare di distruggere il tessuto civile della nostra società bisognerà riuscire a far prolungare la nostra 407 nel tempo (3/4 anni) in modo da poter superare il lungo periodo di crisi per trovare dopo nuove e definitive soluzioni.

Sul nodo riguardante gli operatori telefonici e la delocalizzazione dei servizi, non possiamo permettere a nessuno che lavoro pregiato possa essere mandato all'estero. Ci sono attività che per tipologia devono fornire privacy e garanzia a tutti i cittadini italiani che comunicando dati sensibili come codici fiscali, coordinate bancarie, carte di credito o quant'altro devono essere tutelati ed avere la certezza che le loro informazioni rimangano realmente, qui, nel nostro Paese.

Su questa partita il sindacato non farà sconti a nessuno. In Italia non può venir meno il rapporto di fiducia tra cittadino ed azienda. Un rapporto che l'organizzazione sindacale coadiuvata dagli organi competenti sulla privacy deve assolutamente garantire e rendere più trasparente possibile.

Un'altro elemento con cui dobbiamo provare a difenderci è quello di far valere una sorta di clausola sociale a garanzia di ogni singolo lavoratore. Avere la certezza che alcune commesse non si spostino dal territorio di competenza è uno dei fattori essenziali da proporre quando si andrà a discutere il contratto nazionale delle telecomunicazioni. Ottenere questo significa impegnare l'azienda appaltante ad avere, si, le sue libertà ma ad immaginare che sul nostro territorio deve soddisfare le proprie esigenze. A me sembrerebbe già tanto ottenere garanzie di questo tipo, molto utili a determinare elementi di protezione sociale-territoriale di questa nostra gente.

NOTA DI REDAZIONE:

Si precisa che l'intervento del Segretario Generale Emilio Miceli (circa 60 minuti), è stato molto più articolato, ricco di notizie, ragionamenti e dovizia di particolari di quanto non si evince dalla breve sintesi fatta sul blog. Sarà mia cura, nei prossimi giorni, postare le altre dichiarazioni fatte dal Nazionale e che hanno interessato contratti, servizi postali ed emittenza.

Emilio Miceli in Slc Catania: Relazione iniziale del Segretario Generale Provinciale delle TLC Davide Foti

Crisi occupazione in atto nel settore delle telecomunicazioni con particolare riferimento all’area dei call center in outsourcing.
A seguito della circolare n. 17 del ministro Damiano, del 14 giugno 2006, nel territorio della Provincia di Catania, diverse aziende che operavano nel settore dei call center in outsourcing hanno provveduto a stabilizzare gradualmente, con contratto di lavoro subordinato ed a tempo indeterminato, circa 1500 lavoratori. Successivamente molte altre aziende del settore hanno continuato ad assumere utilizzando tale tipologia contrattuale.
Chiaramente tali aziende, al momento dell’assunzione, hanno utilizzato tutti i benefici previsti per legge compreso quelli di cui alla L.488/92 che prevede l’erogazione in conto capitale di contributi a favore delle imprese che intendono promuovere programmi di investimento nelle aree depresse e quelli di cui alla L. 407/90 che prevede, a fronte dell’assunzione di lavoratori con contratto di lavoro subordinato e a tempo indeterminato sgravi contributivi e previdenziali per un periodo di 36 mesi.
Come già detto, i benefici di cui alla L.407/90 sono utilizzabili per un periodo massimo di 36 mesi, quindi i benefici stanno progressivamente venendo meno, per cui nel momento in cui i costi del personale, nelle singole aziende, inizieranno a lievitare, nonostante l’alta qualità del servizio reso all’utente, potrebbe essere finanziariamente più vantaggioso per tali aziende dismettere le attività in essere nel nostro territorio, per trasferirle in altre parti della nostra penisola e da lì fare ripartire la giostra della “precarizzazione implicita” dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato.
Inoltre, sempre in tale settore è fortemente in atto una delocalizzazione delle attività verso l’estero, soprattutto verso l’Albania e la Romania. Quest’ultima manovra viene pienamente sostenuta ed implicitamente sollecitata dalle grandi committenti del settore (Telecom, Wind, Fastweb, Vodafone,Enel, Tele 2, Sky), aziende che operano anche nel nostro territorio.
A conferma di quanto sosteniamo in materia di delocalizzazione selvaggia, occorre sottolineare che, al di là delle dichiarazioni rese da parte del Governo Italiano, che della presunta “italianità” della compagnia di bandiera Alitalia ne aveva fatto un cavallo di battaglia, quest’ultima sta perseguendo pervicacemente la strada del trasferimento delle attività all’estero e ciò proprio a partire dalle attività affidate ai call center.
Denunciamo a tal proposito che Alitalia, nell’intenzione di perseguire la strada delle delocalizzazioni, ha trasferito il 40% delle commesse relative all’attività di contact center, sino ad oggi affidate alla italianissima e sicilianissima Alicos (società del gruppo Almaviva presso cui lavorano più di 7000 giovani siciliani, di cui circa 2000 a Catania), a Teleperformance che è un altro operatore delle telecomunicazioni che, a sua volta, pur avendo il personale in solidarietà, ha trasferito in Albania la gestione di tali attività.
Il governo della Regione Sicilia e quello nazionale, così come ritengo anche quello della Regione Puglia, nei confronti di Alitalia hanno l’obbligo morale e civile di intervenire in maniera chiara netta e decisa. Non siamo disponibili a perdere le centinaia di posti di lavoro guadagnati a fatica, soprattutto se ciò non è utile a far rientrare i lavoratori di Teleperformance dalla solidarietà.
Il motivo che sta dietro questa sollecitazione alla delocalizzazione imposta dalle committenti è semplice: fare profitto attraverso la compressione verso il basso del valore delle singole commesse assegnate agli outsourcer, tutto ciò anche a discapito della qualità del servizio reso all’utente. Qualità che dovrebbe essere recuperata, a detta di talune committenti, attraverso il controllo diretto e massiccio delle attività esercitate dagli outsourcer tramite il temibile mass recording ovverossia la registrazione di massa di tutte le telefonate.
Sulla qualità del servizio reso all’utente e sul mass recording abbiamo già proposto di avviare iniziative comuni con le associazioni dei consumatori. E’ a rischio la perdita della privacy così come delle libertà individuali. Non si può permettere tanto in Italia così come in Albania e Romania (dove tra l’altro non esistono norme ferree a tutela della privacy) che attraverso il traffico telefonico delocalizzato da Telecom, Vodafone e Wind qualcuno possa immagazzinare uno dei nostri dati personali, il timbro della nostra voce, per i fini più reconditi ed inimmaginabili.

Telecom: Comunicato riorganizzazione Credit Consumer

Il giorno 17 Febbraio si sono incontrate le Segreterie Nazionali di SLC FISTEL e UILCOM con i rappresentanti di Telecom Italia, per un’informativa in merito al progetto di riorganizzazione dei Contact Center Amministrativi (CCA).

La struttura attualmente è composta da un nucleo presente in Direzione Generale (Governance) e da 2 macro strutture gestite da Bari (102 persone allocate a Bari, Foggia ed Avellino) e Catania (78 persone allocate a Catania, Ascoli Piceno e Roma). Attualmente l’organizzazione del lavoro prevede la suddivisione al proprio interno di 3 attività per un totale di circa 187 lavoratori, compresi i responsabili:

Commercial Credit Specialist (CCS)

Gestione Coda Sospesi (GCS)

Gestione operativa (GO)

Bari e Catania attualmente gestiscono il Credito Operativo Pre-Sospensione, con una organizzazione che vede separati il Commercial Credit Specialist e la Gestione Coda Sospesi.

L’azienda ha informato le Segreterie Nazionali che nel mese di dicembre è stata avviata una sperimentazione con il coinvolgimento di risorse che operano nella Gestione coda Sospesi su un attività Outbound (dopo un periodo di formazione), comunicando risultati ottimali. Dopo questa sperimentazione, i Responsabili hanno convenuto di avviare un progetto che preveda la ricomposizione di un'unica figura che unisca i lavoratori del CCS e GCS.

I due centri Bari e Catania, continueranno a gestire tutta la parte del Credito Operativo Pre-Sospensione, eliminando in questo modo le rigidità procedurali presenti con la vecchia organizzazione.

La nuova organizzazione, con la creazione della figura unica, focalizzerà la sua attività principale nel recupero del credito scaduto. Sempre nella stessa riunione, i responsabili di linea hanno comunicato che la costituzione di questa nuova figura prevederà nel nuovo modello la creazione di nuove matrici, per garantire un adeguato presidio del business.

Nell’ambito dello stesso incontro Telecom Italia ha presentato anche il modello di caring business 2011.

Su questi punti, abbiamo come Segreterie Nazionali ribadito all’azienda la necessità di approfondire meglio tutta la nuova organizzazione con le strutture direttamente interessate nel progetto, quindi di convocare a livello territoriale degli incontri specifici per verificare eventuali ricadute sulla vita lavorativa dei lavoratori interessati. Al termine di tali incontri, qualora si dovesse riscontrare da parte dei territori interessati la necessità un ulteriore approfondimento a livello nazionale, sarà cura delle Segreterie Nazionali richiedere una specifica fase di discussione in sede di coordinamento nazionale.

Telecom Italia ha inoltre fornito i dettagli relativi al progetto di formazione dei progettisti in rame finalizzato all’acquisizione delle competenze previste per i livelli 5S. Riguardo le tematiche ancora in sospeso sulla contrattazione di secondo livello (Premio di Risultato, orario di lavoro, permessi vari) dell’azienda HRS, nonché sulla spinosa questione riguardante i lavoratori ex-ASSILT attualmente distaccati in HRS fino al 31Marzo 2011 e sui quali, in queste ore, viene messa in atto una pressante azione relativamente alla opzione di scelta se rientrare in Telecom o rimanere definitivamente in HRS, le OO.SS. reiterano l’invito all’azienda nonché a Telecom di riconsiderare tale atteggiamento in funzione di un incontro tra le parti più volte sollecitato e non ancora formalizzato da parte delle suddette aziende, nonostante le richieste di SLC, FISTEL e UILCOM.

Rammentiamo inoltre che tale percorso pregiudicherebbe fortemente la gestione amministrativa dell’ASSILT con la conseguente nonché probabile paralisi dell’espletamento delle pratiche relative alle competenze di tale istituto.

A fronte di tale situazione e in mancanza di una celere convocazione da parte aziendale, le segreterie nazionali si riservano di mettere in campo tutte le possibili iniziative atte a rimuovere tale situazione non più procrastinabile.


Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL

25 febbraio 2011

“III Conferenza Nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori dei call center”. Documenti conclusivi

18/19 Febbraio 2011

Conferenza Nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori dei call center

Care\i compagne\i,

vi inoltro i documenti conclusivi dei tre gruppi di lavoro svolti durante la “III Conferenza Nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori dei call center” tenutasi a Roma nei giorni 18 e 19 febbraio 2011:

• “Il mercato del lavoro dopo il collegato”

coordinato da Claudio Treves;

• “Controllo a distanza e privacy del lavoratore”

coordinato da Carmen La Macchia;

• “Stress da lavoro correlato: l’azione del sindacato”

coordinato da Luisa Benedettini.


p. SLC-CGIL nazionale

Area TLC

Riccardo Saccone

Documenti conclusivi:

Leggi e scarica: “Il mercato del lavoro dopo il Collegato”- Roma, 18-19 febbraio 2011 -


Leggi e scarica: “Controllo a distanza e privacy del lavoratore”- Roma, 18-19 febbraio 2011 -


Leggi e scarica: “Stress da lavoro correlato: l’azione del sindacato” - Roma, 18-19 febbraio 2011-

24 febbraio 2011

Call Center - La distanza di un controllo! -- Segreterie Regionali e Territoriali Napoli --

Comunicato

Per diventare “Il miglior Customer Care d’Italia” si devono obbligatoriamente utilizzare procedure poco lecite? Nonostante le segnalazioni effettuate dalle OO.SS. nell’incontro tenutosi con l’Azienda in data 10/12/10 nel quale sono state espresse le perplessità sul rispetto degli Accordi sui Controlli a Distanza, ad oggi non abbiamo ricevuto alcun riscontro. Ci chiediamo come sia possibile che nel 119, 187, 191 di Napoli, il Preposto di turno, abbia accesso ai dati dei singoli operatori e non a quelli di gruppo, utilizzando anche applicativi sui quali non è stato stipulato alcun tipo di Accordo. I Lavoratori dei suddetti Call Center, infatti, denunciano i continui controlli di tipo individuale effettuati sulle Ripetute, Sondaggi e Pratiche di Back Office. È diventata prassi comune essere richiamati personalmente, ed in tempo reale, se il cliente ha chiamato nuovamente nell’arco della giornata e più di una volta, oppure se lo stesso ha espresso un giudizio negativo ai sondaggi effettuati internamente. Sia ben chiaro: non per migliorare la qualità del servizio ma semplicemente per puntare il dito contro quegli operatori che hanno gestito con alta professionalità la telefonata ricevuta. Tutto ciò crea soltanto stress e voglia di fuggire da questa attività che comporta il dover subire pressioni che vanno oltre il reale bisogno. Per non parlare poi dei Lavoratori impegnati nella lavorazione delle pratiche di Back office, dove si impone l’utilizzo di applicativi dai nomi grotteschi, come Dispatcher, Lubo e Dream, per i quali non è stato sottoscritto alcun accordo. Tra l’altro questi programmi permettono di verificare, sempre in tempo reale, le lavorazioni effettuate dai singoli con le conseguenti comunicazioni personali da parte del preposto di turno, ovvero: quante pratiche sono state chiuse, di quante vendite sono state effettuate ed altro ancora.

Si ricorda che l’accesso ai database contenenti la reportistica delle attività svolte dal singolo operatore è consentita solo su richiesta della Magistratura e che l’unico sistema per il quale è stato realizzato un Accordo con le OO.SS. è il CRM.

Per questi motivi e, soprattutto, per evitare situazioni sgradevoli come quelle accadute recentemente al 119 di Palermo, dove sono stati confermati i nostri dubbi riguardanti l’effettuazione dei controlli a distanza da parte dell’Azienda, le OO.SS. chiedono:

· la realizzazione urgente di un Osservatorio Tecnico per i Call Center;

· l’eliminazione immediata di qualsiasi sistema/applicativo/pagina web alternativo al CRM;

· che le matricole dei preposti non siano abilitate alla visualizzazione, in tempo reale e non, di Ripetute/Sondaggi/Lavorazioni dei singoli operatori, ma gli venga permesso solo l’accesso ai dati di gruppo, come previsto dagli Accordi realizzati

Per questi motivi, se non ci dovesse essere un’immediata inversione di tendenza, le OO.SS. e le RSU metteranno in campo tutti gli strumenti a disposizione per bloccare definitivamente l’utilizzo di questi escamotage ILLECITI, realizzati

unicamente per raggiungere le Canvass e non la soddisfazione del cliente.

Segreterie Regionali - Territoriali Napoli

SLC CGIL – FISTel CISL – UILCOM UIL

Legge 122/2010 - Fondi speciali elettrici e telefonici

187.1 Catania: La situazione non è buona

Non sembra essersi placato il livello di tensione ancora decisamente alto al 187.1 di Catania. Pur avendo denunciato parecchie anomalie e comportamenti non consoni ai regolamenti interni sanciti con i vertici aziendali possiamo affermare che " La situazione non è decisamente buona" e la citazione non riguarda certamente la bella canzone scritta e cantata dal quel "geniaccio" di Adriano Celentano.

Da parte della linea Relazioni Industriali un apertura è stata fatta in maniera concreta, tanto da definire una data per poter aprire un dialogo fra le parti concordata per giorno 4 marzo 2011 a Palermo. Ma la linea tecnica......??? Ci assicurano che saranno presenti all'incontro, ma nel frattempo...??? Nel frattempo tutto è rimasto invariato e le problematiche scritte nei vari comunicati rimangono attualmente in essere e non risolvibili chissà per quale arcano mistero. Guerra interna o capricci partenopei per stabilire chi ha il vero ed unico potere di marcare il territorio...??? Qualunque motivo posto in essere una cosa rimane certa sono sempre e comunque i lavoratori a farne le spese ed a pagarne il salato conto.

Rimane il fatto che a prescindere dall'esito dell'incontro sarebbe utile sin da subito far percepire un po' a tutti gli addetti ai lavori segnali distensivi e di buon senso che sono gli unici fatti concreti che possono sostituirsi alle parole che come sempre se non supportate da azioni concrete lasciano sempre il tempo che trovano.


Salvo Moschetto
Responsabile comunicazione ed informazione
Slc Cgil Catania

Telecom - Nota della Commissione Nazionale Controlli a Distanza + Verbali

In data 23 novembre 2010, su richiesta della parte sindacale nella sede Telecom di via Oriolo Romano in Roma, si è tenuto un incontro della Commissione Nazionale sui controlli a distanza per verificare, in ambito Domestic Market Operation, la corretta applicazione dell’accordo CRM/Siebel del 9/12/2003 a seguito dell’introduzione del sistema IVR. Sistema che genera i sondaggi verso clienti sia di rete fissa che di rete mobile con il quale viene rilevata la valutazione/soddisfazione del cliente che accede ai servizi. Il sondaggio, attraverso 10 domande alle quali il cliente può dare una valutazione esprimendo un punteggio da 1 a 10, rileva la cortesia nell’accoglienza e nella gestione della chiamata, la capacità di comprendere la richiesta, la completezza professionale e la capacità di soddisfare l’esigenza del cliente da parte dell’operatore.

Nell’illustrazione del funzionamento, la parte Aziendale, in risposta alle richieste/domande della parte sindacale, ha precisato che il sistema IVR, interfacciandosi con un altro sistema denominato PACO con il quale sono tracciate le chiamate sondate (cliente, codice fiscale, data e ora del sondaggio), fornisce dei dati aggregati a livello di modulo. Dati che, a detta della parte Aziendale, possono essere estrapolate solo a livello centrale e che, dal centro, vengono inoltrati al territorio di competenza con un’aggregazione che non va al di sotto del modulo.

La parte Sindacale ha dimostrato invece che, tali dati, non solo possono essere estrapolati direttamente dai Super Visor che accedono al sistema con una propria password ma che, i Super Visor, acquisiti i dati del cliente (Cognome e Nome, numero di telefono, codice fiscale) estrapolati dal sondaggio, attraverso l’utilizzo del CRM, risalgono all’operatore che ha preso la chiamata oggetto di sondaggio. Tutto ciò in netto contrasto con le previsioni di cui all’accordo del 9/12/2003 che recita “non è consentito l’accesso al database contenente la reportistica delle attività svolte dal singolo lavoratore, fatta comunque salva una richiesta della magistratura o un reclamo del cliente”.

La parte Sindacale ha denunciato, inoltre il mancato rispetto dell’accordo CRM/Siebel anche per quanto riguarda i contatti/clienti nelle esigenze chiuse e in quelle aperte nelle quali compare il nome del lavoratore invece della matricola.

La parte sindacale ha chiesto l’immediato ripristino delle previsioni dell’accordo del 9/12/2003 attraverso la modifica di dette operatività dei sistemi IVG e CRM.

La parte aziendale preso atto di quanto denunciato dalla parte sindacale, nel precisare la netta volontà al rispetto delle previsioni dell’accordo CRM/Siebel, ha chiesto qualche settimana di tempo per valutare gli interventi da adottare per risolvere tale criticità. Le parti, a tale scopo, hanno deciso riprendere la discussione nella prossima riunione che dovrà tenersi nel più breve tempo possibile.

I componenti la commissione, inoltre, Comunicano che nelle riunioni del 29/10/2010 e 23/10/2010 sono stati raggiunti due importati risultati in merito agli accordi sulla video sorveglianza e sul CNATI.

In particolare:

· nell’accordo sulla video sorveglianza (accessi Babilon e Giano), a seguito delle segnalazione di vari territori in fase di sottoscrizione degli accordi, è stata indicata la corretta interpretazione sull’utilizzo dei dati raccolti precisando che, gli stessi, non possono essere utilizzati per provvedimenti disciplinari nei confronti dei lavoratori. Quindi, la frase da “soli e senza altro elemento di riscontro” presente negli accordi è da considerarsi eliminata.

· nell’accordo del CNATI verificato che, oltre a quanto era stato oscurato nella fase precedente, un altro sistema del TTM WEB OLO consente di risalire al nominativo dell’operatore, la parte Aziendale ha garantito che tale operatività, non in linea con l’accordo, verrà oscurata entro fine anno corrente.


I componenti SLC-CGIL, FISTel-CISL, UILCOM-UIL della commissione nazionale sui controlli a distanza.


Leggi e scarica Verbale - 1 -

-------------------

Leggi e scarica Verbale - 2 -

Accordo stabilizzazioni Almaviva Catania del 23 febbraio 2011

Coerentemente con i due accordi nazionali del 28 e 30 Luglio 2010 e con quanto sancito nell'accordo del 24 Agosto 2010, relativamentae alle modalità ed ai criteri ivi stabiliti, le parti confermano di proseguire il percorso di stabilizzazione dei lavoratori somministrati intrapreso e che fino ad oggi ha interessato 160 persone.

A tal fine l'azienda conferma di avviare a partire dal prossimo 1 marzo - con una conclusionse stimata al 30 di aprile- il progressivio inserimento di ulteriori 160 risorse individuate all'interno del bacino di riferimento, anche in funzione dell'accesso ai beneficdi ella legge 407/90.


CONTINUA A LEGGERE

23 febbraio 2011

Almaviva Catania: 160 lavoratori a tempo indeterminato

23 febbraio 2011

Oggi firmato accordo tra Almaviva Catania ed Associazioni Sindacali conquistando l'assunzione di 160 lavoratori da somministrati a tempo indeterminato. Inizio 1 marzo e fine ad aprile. In totale si arriverà a 320 assunzioni. A maggio nuovo incontro con l'Azienda per un nuovo percorso fino a giugno

POSTE: MICELI (SLC/CGIL) BENE SARMI SU CONTRATTO DI PROGRAMMA

DICHIARAZIONE DI EMILIO MICELI

SEGRETARIO GENERALE DI SLC/CGIL

Prendiamo atto positivamente della dichiarazione dell’Ingegner Massimo Sarmi sui contenuti del contratto di programma tra governo e Poste Italiane. Si tratta di un’autonoma correzione dell’azienda di fronte al taglio operato dal governo e insieme la preoccupazione per il mantenimento di un servizio universale di recapito. Rimane ovviamente il nostro giudizio negativo su un contratto di programma che invece punta allo smantellamento del servizio universale e dunque all’abbandono delle aree più deboli, più marginali e più povere del nostro paese. Noi abbiamo difeso l’idea che poste gestisse il servizio universale ma a condizione che ciò riguardasse e riguardi l’insieme del paese e l’insieme dei suoi cittadini. Poste italiane non possono ridursi a una banca e non possono distrarsi dalla gestione di servizi fondamentali per il nostro paese.

Cassazione: è ancora obbligo del datore di lavoro comunicare i criteri e le modalità di svolgimento della CIG

La Sezione Lavoro della Corte di Cassazione, con sentenza n. 4053 del 18 febbraio 2011, ha ribadito che, pur dopo l'entrata in vigore del D.P.R. n. 218 del 2000 (relativo alla semplificazione del procedimento per la concessione del trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria), sussiste l'obbligo del datore di lavoro, ai sensi dell’articolo 5 della L. n. 164 del 1975, di comunicare alle rappresentanze sindacali aziendali i criteri di individuazione dei lavoratori da porre in cassa integrazione e le modalità della rotazione. La Suprema Corte sottolinea come dalla sovrapposizione delle due fonti normative (art. 1 della legge n. 223 del 1991 e art. 2 del D.P.R. 218 del 2000) nasca il problema del coordinamento della disciplina della fase di avvio della procedura di ammissione alla CIGS. I rapporti tra le due fonti, precisano i giudici di legittimità, sono stati definiti dalla giurisprudenza nel senso che la disciplina del DPR 218 non abroga la L. 223 e lascia quindi intatti gli oneri di comunicazione fissati dall’articolo 1 della legge citata. Inoltre il DPR n. 218 ha lo scopo di semplificare il procedimento amministrativo che consente l'autorizzazione della CIGS e non di alterare il complesso di garanzie assicurato dalla L. 223/1991 a tutela dei singoli lavoratori e delle organizzazioni sindacali. In conclusione la Corte afferma che il provvedimento di sospensione dall'attività lavorativa è illegittimo qualora il datore di lavoro, sia che intenda adottare il meccanismo della rotazione sia nel caso contrario, ometta di comunicare alle organizzazioni sindacali, ai fini dell'esame congiunto, gli specifici criteri, eventualmente diversi dalla rotazione, di individuazione dei lavoratori che devono essere sospesi

IL SEGRETARIO GENERALE NAZIONALE DELLA SLC CGIL A CATANIA

Cari Compagni

Venerdì 25 febbraio con inizio alle ore 9,00 si terrà presso la sala CGIL di via Crociferi , 40 a Catania un attivo dei giovani delegati di SLC CGIL Catania.

L'iniziativa si è resa necessaria per dibattere sulle importanti trasformazioni in corso nel settore delle telecomunicazioni e gli eventuali impatti sui livelli occupazionali.

All'attivo sarà presente il Segretario Generale SLC CGIL Nazionale EMILIO MICELI .


PRESIEDE: ARDUINO DENTI - RELAZIONE: GIOVANNI PISTORIO


INTERVENTI PROGRAMMATI: ALEXANDER BERAKI - DAVIDE FOTI - FILIPPO NICOSIA - GAETANO CRISTALDI - GIUSEPPE CONDORELLI - GIUSEPPE OLIVA - ISABELLA CASSIBBA - LOREDANA SACCONE - LUCIA TORRISI - MARIO LICCIARDELLO - NATALE FALA - ROSAMARIA COSTANZO - SALVATORE MOSCHETTO

22 febbraio 2011

Call center, continua la fuga all'estero

Tredicimila, tanti sono i posti a rischio nei call center italiani in outsourcing. A lanciare l'allarme è la Slc Cgil. Numeri che fanno puntare il dito contro le delocalizzazioni e l'assenza di una vera politica industriale per la filiera delle telecomunicazioni. Secondo la sigla di categoria, infatti, nonostante la crisi quello delle tlc è un settore non in particolare difficoltà e con fatturati in attivo. Eppure, "da oltre un anno - afferma il sindacato - denunciamo pubblicamente il comportamento delle grandi aziende in materia di esternalizzazioni e delocalizzazioni". Un comportamento definito "sbagliato ed ingiusto - sebbene legittimo dal punto di vista legale, precisa il sindacato - che recherà danni all’occupazione e alla qualità del settore". Il trasloco è diretto principalmente verso Tunisia, Albania e Romania, dove il costo del lavoro è circa un quarto più basso rispetto al nostro paese.
"La gravità della situazione, il fallimento di diversi call center e il silenzio del governo cui da più di un anno chiediamo di intervenire - afferma il segretario nazionale della categoria, Alessandro Genovesi - ci hanno spinti a incentrare la conferenza non solo su quali proposte avanzare, iniziativa che abbiamo sempre portato avanti, ma anche e soprattutto su quale forme di lotta mettere in campo, fino allo sciopero generale dell’intero settore".
Scheda / La situazione nelle principali aziende a dicembre secondo l'indagine del sindacato
WIND: l’azienda di proprietà dell’egiziano Sawiris ha annunciato l’avvio in Romania e in Albania (tramite specifiche aziende) di alcune centinaia di postazioni (per un equivalente di almeno 400 lavoratori). Al riguardo dirigenti di imprese rumene sono già stati in Italia per lo studio degli applicativi e dei sistemi informatici (in particolare nel centro di Pozzuoli). Non si tratta in questo caso di postazioni specifiche per il mercato straniero in Italia, ma di postazioni eventualmente impiegate per clienti italiani Wind a basso valore. L’attuale discussione sul cambio proprietario sembrerebbe aver in parte rallentato questi progetti.
H3G: l’azienda guidata dal dott. Novari già oggi lavora in outsourcing circa la metà delle chiamate e delle pratiche amministrative (in particolare nel Sud Italia e all’estero) con contratti commerciali in essere con aziende operanti a Tirana, Bucarest, Tunisi, Argentina per un totale di 700 operatori. L’azienda ha comunicato nel 2009 in un incontro con i sindacati che intende lavorare in house esclusivamente i clienti a “5 stelle”, implementando le attività da dare in appalto, estero compreso.
BT: la catena del subappalto è quanto mai complessa da ricostruire. Attualmente servizi di assistenza per BT sono svolti in Romania e in Albania (per una stima prudenziale di 100 operatori circa).
VODAFONE/TELE 2: tramite i suoi principali fornitori (Comdata, E-Care, Transcom, Datel Telic ecc.) sono già operanti subappalti in Romania per circa 300 lavoratori. In corso di definizione operazioni simili in Albania per almeno altri 100 operatori. In particolare, preoccupa come siano state delocalizzate attività di back office e di pratiche amministrative, soprattutto in termini di tutela dei dati sensibili.
TELECOM: una stima di massima identifica in almeno 300-400 i lavoratori che opereranno per l’azienda in Tunisia, Albania, Romania, Turchia, Argentina.
FASTWEB: diverse attività in subappalto sono attualmente lavorate in Albania e Romania, anche se per soli picchi produttivi da parte di fornitori.
SKY: la lavorazione dei clienti a basso valore e molte delle campagne di informazione e promozione legate a specifiche offerte (calcio, ecc.) sono state in gran parte delocalizzate in Albania, Tunisia, Romania per un numero di circa 400 lavoratori.
ALITALIA: a fine 2010 la nuova gara ha visto assegnare circa il 40% dei volumi lavoratori a una nota azienda di call center beneficiaria in questo momento per di più di contratti di solidarietà (per circa 900 esuberi dichiarati); azienda che già operava per Alitalia con circa 100 postazioni in Albania e che prevede di svilupparne altre 600, per un totale di oltre 1.000 lavoratori. In questo momento il sindacato è impegnato unitariamente in una vertenza che porti a localizzare nei siti di Taranto e Roma (impattati dalla solidarietà) la nuova commessa Alitalia.
ENEL: numerose campagne promozionali e commerciali e alcuni servizi di prima informazione vengono lavorati in sub appalto in Albania, Tunisia e Romania. Per una stima prudenziale di almeno 2-300 operatori,