Milano, 4 febbraio 2011 - I militari della Guardia di Finanza di Milano hanno effettuato perquisizioni negli uffici milanesi di Telecom Italia nell’ambito di un’inchiesta della Procura su una truffa relativa a un numero molto rilevante di carte prepagate intestate a persone inesistenti e messe in circolazione tra il 2005 e il 2007.
L'indagine nasce da un rapporto della società di consulenza Deloitte che ha esaminato i temi dei dossier illegali, delle sim false e il caso di Telecom Sparkle, costato da solo centinaia di milioni di euro in accantonamenti a Telecom.
Il rapporto della società di consulenza, commissionato dalla stessa Telecom Italia e acquisito dalla Procura della Repubblica di Milano poco prima di Natale, ha passato in rassegna e conteggiato tra i 20/30 e i 60/70 milioni di euro i danni subiti per la carenza di controllo nel commercio di carte prepagate false.
Nell’inchiesta della Procura di Milano si ipotizza il reato di truffa aggravata a carico di ignoti e al momento, quindi, non ci dovrebbero essere indagati.
Oltre alla compagnia telefonica, da quanto è filtrato, le fiamme gialle si sarebbero recate anche presso la società di consulenza Deloitte, per raccogliere la documentazione pertinente alla gestione delle sim card.
Sulla vicenda delle sim intestate a persone con nomi di fantasia e inesistenti - sarebbero milioni quelle messe in circolazione - è stata aperta anche un’inchiesta dalla Procura di Vicenza: la scorsa estate è stato scoperto un mercato parallelo di schede telefoniche e 30 persone, tra dirigenti e titolari di punti vendita Telecom e phone center, sono state indagate per falso e frode informatica.
Per gli inquirenti e la gdf vicentini, presumibilmente - ma su questa ipotesi sta indagando la Procura di Milano - anche la stessa Telecom avrebbe potuto avere vantaggi, avendo attivato, nel periodo dell’indagine un numero abnorme di utenze, con possibili riflessi sul valore delle azioni della società.
A Telecom, sempre nell’ambito dell’inchiesta di Vicenza, sono state contestate, di concerto con il Garante, violazioni amministrative al codice della Privacy, per aver omesso i controlli previsti e necessari sul trattamento dei dati personali. La Telecom, allora aveva rilevato, riconoscendo fondate le contestazioni, di aver provveduto a pagare la sanzione amministrativa ridotta pari a 1.140.000 euro.
Agli inquirenti milanesi, lo scorso maggio, il gup Mariolina Panasiti aveva inviato gli atti chiedendo nuove indagini sulla vicenda dei dossier illeciti commissionati dalla security di Pirelli e Telecom, quando era guidata in particolare da Giuliano Tavaroli.
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