18 febbraio 2011

POSTE: SLC/CGIL, RISCHIO CONSEGNA POSTA A GIORNI ALTERNI PER 10 MLN DI ITALIANI E 4000 NUOVI ESUBERI

“Il Contratto di Programma già siglato dall’AD di Poste Italiane ing. Sarmi e dal Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, attualmente in attesa di autorizzazione da parte del CIPE, contiene elementi che riteniamo essere disastrosi, in prospettiva, per il servizio postale, che potrebbe determinare un impatto negativo su circa 10 milioni di utenti che riceveranno la posta (giornali compresi) un giorno si ed uno no, venendo di fatto trattati come cittadini di serie A o di serie B in base alle caratteristiche del territorio in cui vivono.”

“Viene così tradito lo spirito del servizio universale (come previsto dalla Direttiva europea 2008/6/CE e dal Dlg che la recepisce) che prevede infatti che l’erogazione del servizio debba essere garantita a tutti i cittadini, in qualsiasi luogo, per almeno 5 giorni a settimana.”

“In un momento storico in cui si registra un forte depauperamento delle risorse degli enti locali – ricorda il comunicato - sembra inoltre essere una beffa delegare, agli stessi enti, la determinazione a proprio carico della permanenza del servizio postale sul proprio territorio. Riteniamo che oltre a mettere a rischio tutto ciò che è servizio continuativo, questa gestione possa determinare oltre 4.000 nuovi esuberi, che si aggiungerebbero ai 6.000 recentemente gestiti attraverso un sofferto accordo sindacale.”

“Tali criticità si sommano a quanto già accaduto e denunciato dalla nostra organizzazione, riguardo la consegna dei giornali e delle raccomandate J+1, gestita attraverso processi di esternalizzazione dell’attività e con l’uso strutturale dello straordinario, modalità che poco hanno a che vedere con l’idea di razionalizzazioni e di sviluppo che l’azienda immaginava di realizzare attraverso una distribuzione dell’attività lavorativa su 5 giorni.”

“Certi di riscontrare da parte degli altri sindacati di categoria la stessa determinazione nel contrastare le scelte inopportune che si stanno compiendo, chiediamo a Poste Italiane maggiore coerenza rispetto agli impegni presi a garanzia della tenuta occupazionale e del mantenimento della qualità del servizio universale e al Governo maggiore rispetto delle esigenze dei cittadini e dei servizi da garantire in un Paese civile.”