02 maggio 2011

Sciopero generale 6 maggio - Lettera Emilio Miceli

Care Compagne e Cari Compagni,

la sottoscrizione degli accordi separati nel Commercio e nel Pubblico impiego ci proiettano in una dimensione relativamente nuova. E’ evidente, infatti, come l’attacco sia oggi alla Cgil ed al sistema di rappresentanza dei lavoratori, ed il tentativo è quello di emarginare la nostra organizzazione, limitare l’esercizio autonomo della contrattazione, peggiorare il quadro normativo dell’insieme del sistema contrattuale italiano, tenere artificialmente in piedi un sistema, quello disegnato dall’accordo separato del Gennaio 2009, che ha dimostrato di non reggere alla prova dei fatti.

Preoccupa l’atteggiamento di Confindustria e ad essa spetta, dal momento in cui non disconosce l’esigenza di un nuovo accordo sul sistema contrattuale, esprimersi per evitare che si vada verso un più alto livello di conflittualità sociale invece che contribuire ad un rasserenamento del clima.

I dati sull’inflazione, tra l’altro, sono preoccupanti e, a differenza dell’ultimo biennio, cominceranno a colpire sensibilmente le retribuzioni dei lavoratori. L’attuale 2.4%, per il 2011, rischia di essere ottimistico, se si guarda alla pesante congiuntura innescata anche dalla crisi libica; la forbice tra inflazione e retribuzioni, con questo modello contrattuale, dunque crescerà e rischia di impoverire ulteriormente le famiglie italiane.

Il rinnovo dei contratti, inoltre, segue un andamento lentissimo e, soprattutto nella nostra categoria, registriamo ritardi di almeno un anno dalla scadenza naturale. E’ superfluo aggiungere come tutti questi elementi disegnino un quadro devastante del sistema contrattuale italiano, al netto del peggioramento determinato dal quadro legislativo che colpirà sia il diritto al lavoro che la sua difesa. Non solo sempre più precari, dunque, ma anche con la impossibilità di ricorrere al giudice e di fare rispettare le leggi.

Ci attendono, dunque, settimane impegnative di duro confronto per i contratti scaduti, come per i Grafici e le Poste; per quelli scaduti ed ancora senza tavoli di trattativa, come per la Rai; per la costruzione delle piattaforme, come per le Telecomunicazioni. Per il mondo delle Fondazioni Liriche, com’è noto, non abbiamo controparte ed il Governo impedisce l’avvio delle trattative.

Con lo sciopero generale del 6 Maggio intendiamo porre anche questi temi al centro, insieme a quelli più generali che riguardano la crisi, l’occupazione, il precariato cui il Governo intende assestare un colpo mortale, l’equità fiscale.

Sono queste le ragioni di un impegno straordinario della Categoria e di tutte le Strutture affinché lo sciopero possa diventare un grande fatto politico e, con la sua riuscita, produrre quella svolta di cui c’è bisogno nel Paese.

Emilio Miceli

Segretario generale SLC/CGIL