26 maggio 2011

Vodafone: Alcune riflessioni su cessione di ramo d'azienda

Nel corso di qualsiasi cessione/trasferimento di ramo di azienda, all'apertura della procedura, i lavoratori fatti oggetto di cessione si mobilitano contro la cessione e chi invece non è stato fatto oggetto solidarizza con i primi più o meno attivamente.

Man mano che la procedura va avanti, soprattutto nelle fasi finali, i primi spingono per la immediata chiusura del negoziato alle migliori condizioni, mentre chi dovrebbe rimanere si agita perchè preoccupato per una possibile nuova futura procedura i cui confini non dati risultano pertanto ignoti.

Quanto sopra premesso e per tornareo ai fatti di oggi, sarebbe illogico negoziare senza tenere conto sia dell'esigenza dei primi che delle preoccupazioni dei secondi e soprattutto senza avere le idee chiare su ciò che pensiamo debbano essere ambedue le aziende interessate.

Se dovessimo tener conto solo delle garanzie per chi dovrebbe passare basterebbe sedersi al tavolo con la nuova azienda e perciò evitando inutili balletti in cui tutti tutti gli attori sono costretti a dimostrare pubblica bontà.

Occorre chiedere, quindi, ad Ericsson di esporre chiaramente i propri piani industriali e chiedere anche a chi , nel governo della cosa pubblica, partecipa ai piani dell'azienda di fornire le opportune garanzie a favore dei lavoratori occupati.

Occorre chiedere a Vodafone, che per una volta tanto potrebbe sforzarsi e dimostrarsi sincera, equivalenti garanzie per chi rimane :piani industriali, piani di sviluppo, impegni sui livelli occupazionali, MANTENIMENTO DEL PERIMETRO INDUSTRIALE, APPALTI , DIETRO FRONT SULLA DELOCALIZZAZIONE ALL'ESTERO DEI SERVIZI.

Solo dopo aver fatto chiarezza sulle questioni poste si potrebbe, eventualmente e salvo l'approvazione dell'assemblea degli interessati, dar via ad un vero negoziato.

Giovanni Pistorio

Coordinatore Generale Regionale

SLC CGIL Sicilia