04 febbraio 2013

Cgil: urgente, per prossimo governo, fare del lavoro una priorità

I dati sulla disoccupazione “confermano l'urgenza per il prossimo governo di fare del lavoro la priorità e di un piano del lavoro la risposta”. E' quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, in merito alle rilevazioni diffuse dall'Istat. Nel dettaglio, osserva, “la crescita della disoccupazione e il calo dell'occupazione sono segnali negativi che dimostrano non solo l'assenza di ripresa ma che la crisi investe in maniera ancora forte il nostro Paese e a farne le spese sono lavoro e produzione”. Inoltre, continua, “il dato circa il tasso di occupazione al 56.4 % è ben lontano dall'obiettivo che l'Europa si è data per il 2020 di raggiungere il 75%: per arrivarci nel nostro Paese l'occupazione dovrebbe crescere intorno al 3% all'anno per i prossimi sette anni”.
Per Sorrentino poi, il dato di circa tre milioni di disoccupati, “ci parla di un Paese dove l'area della povertà si allarga e, allo stesso tempo, pone l'urgenza di una politica economica che affronti il tema di come accompagnare e tutelare le persone durante la crisi, con ammortizzatori sociali adeguati, e di come garantire un reinserimento socio-lavorativo, attraverso un sistema vero di politiche attive”. Secondo la dirigente sindacale, poi, “tra le emergenze da risolvere ci sono lo sblocco delle risorse per gli ammortizzatori sociali in deroga del 2012 e il rendere disponibili quelle per il 2013”.
Ma più di tutto, aggiunge la dirigente sindacale, “non c'è politica sociale che possa affrontare il nodo della disoccupazione se non riparte la crescita e l'occupazione: per questo la priorità per il prossimo governo deve essere un piano del lavoro che parli soprattutto ai giovani”. Nei confronti di questi ultimi Sorrentino rilancia le proposte della Cgil: “Come ci chiede l'Europa, il sistema della 'Garanzia Giovani' deve essere la risposta di lavoro e formazione per tutti coloro che non studiano e non lavorano”. Il Paese, conclude Sorrentino, “ha bisogno di risposte e di progetti veri che affrontino problemi drammatici, come il crollo delle iscrizioni all'università, la mole di giovani disoccupati, il calo delle produzione e del reddito delle famiglie, non di promesse fantomatiche e propagandistiche”.