18 febbraio 2013

Tares: che cos’è? E quanto ci costerà...?

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il pagamento della Tares è slittato a luglio; ma cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta. La nuova tassa sostituirà la Tarsu e la Tia, secondo quanto voluto dal decreto SalvaItalia.
Il pagamento della Tares sarà suddiviso in due tasse annuali con pagamento semestrale: interessa chiunque possieda locali che producono rifiuti. La tassa è nata per un duplice scopo: anzitutto dovrà coprire il 100% del costo del servizio sostenuto dai comuni, che oggi si ferma in media al 79%, in più dovrà finanziare anche i “servizi indivisibili” forniti dall’ente locale come l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, la polizia locale e le aree verdi. In sostanza, il corrispettivo per i servizi indivisibili porterà un incremento stimato di circa il 14% per una famiglia di tre componenti, ma in caso d’adozione dell’aliquota massima può arrivare anche al 19%. Oltre a ciò si aggiunge il cambiamento legato alla redistribuzione del carico in base alla tipologia di nucleo familiare. La Tares finirà per pesare anche più dell’ Imu versato per la prima casa. Una famiglia media che ha pagato 275 euro di Imu, dovrà versarne 305 di Tares a fronte dei vecchi 225 euro di Tarsu. In questo caso si tratterebbe di un incremento del 37,5%.
Come scritto sopra la nuova tassa sui rifiuti, la Tares, verrà pagata a luglio. Ma nel frattempo chi pagherà le aziende che raccolgono e smaltiscono i rifiuti? Si profilo lo scenario peggiore: che le municipalizzate decidano di non raccogliere più la nostra spazzatura. I risultati ce li possiamo immaginare…
Le nuove regole della Tares prevedono pagamenti solo con l’F24 o il bollettino postale, quindi i pagamenti fatti con i Rid automatici o attraverso le bollette uniche per servizi diversi rischiano di saltare.
Come sottolinea il Sole 24 Ore, “il corto-circuito degli incassi sta già determinando la paralisi amministrativa nella gestione ambientale delle città italiane, e nelle prossime settimane rischia di moltiplicare i casi dell’emergenza rifiuti”.
Le imprese che si occupano della raccolta dei rifiuti stanno iniziando ad affrontare una crisi di liquidità. E le situazione rischia di non sbloccarsi prima di settembre. quando le prime bollette diventeranno soldi nelle casse delle municipalizzate.