Telecom Italia e la controllante Telco si apprestano a fare svalutazioni nei loro bilanci, in seguito al ribasso del titolo quotato e al fatto che il gruppo telefonico ha rivisto in negativo le previsioni sui prossimi anni. Secondo una fonte vicina alla vicenda, la valutazione delle azioni Telecom Italia nel bilancio Telco "dovrebbe scendere da 1,5 a circa 1 euro per azione".
Una svalutazione a 1 euro avrebbe un impatto negativo di circa 150 milioni sulla partecipazione di Mediobanca e Intesa, di circa 450 milioni per Generali e di circa 650 milioni per Telefonica. Telco detiene il 22,45% di Telecom Italia ed è controllata da Mediobanca e Intesa, con l'11,6% ciascuna, Generali con il 30,6% e Telefonica con il 46,2%. Il consiglio Telco si riunisce domani 19 febbraio.
Una seconda fonte vicina alla vicenda dice che Telecom Italia, in tema di avviamento, "ha avviato l'impairment test, l'esito sarà annunciato al prossimo consiglio che esaminerà i risultati definitivi".
Il consiglio Telecom Italia sui risultati è in programma il 7 marzo. Oggi è previsto un consiglio sulle offerte per Telecom Italia Media, dove probabilmente si discuterà anche degli altri temi aperti per il gruppo.
Telecom Italia si troverà ad aggiornare il goodwill, che si è formato con le operazioni straordinarie dello scorso decennio. I valori sono elevati per i prezzi di borsa di quegli anni.
Nel 2011 il gruppo ha praticato una svalutazione dell'avviamento sulle attività domestiche per 7,3 miliardi, per il mutamento dello scenario macroeconomico e dei parametri di riferimento dei mercati finanziari e ha detto che le riserve disponibili erano pari a 7 miliardi.
"Il fatto che i target di redditività del piano al 2014 siano stati rivisti al ribasso comporta necessariamente una richiesta dei revisori nella direzione di un adeguamento verso il basso dell'avviamento in bilancio", dice Oriana Cardani analista di Centrobanca.
"Si prevede una svalutazione di oltre 2 miliardi di euro, cioè oltre l'utile netto atteso della Spa", aggiunge.
Il gruppo ha rivisto il piano 2012-14, indicando al 2015 un Ebitda che segna un calo "low single digit", da "tendenzialmente stabile" del piano precedente e ha spostato al 2015 dal 2014 l'obiettivo di un rapporto debito netto su Ebitda minore di 2.
L'operazione in ogni caso non avrebbe impatto sulla capacità di distribuire la cedola, che nel 2013 sarà di 450 milioni e non ha impatto sulle valutazioni della società.
"In bilancio ci sono circa 6 miliardi di riserve distribuibili senza limiti", dice Cardani.
Un secondo analista ritiene che non ci siano conseguenze perchè da un lato si tratta di un'operazione contabile che non comporta esborsi di liquidità, dall'altro l'andamento del titolo in borsa ha ampiamente anticipato la svalutazione di Telco.
Un eventuale nuova revisione verso il basso degli obiettivi o altri elementi peggiorativi sulle prospettive della società portebbero nuove svalutazioni nei prossimi anni.