“Riteniamo sbagliata e illecita la decisione presa da FIAT di non permettere l’accesso al lavoro ai 19 lavoratori e lavoratrici iscritti alla FIOM CGIL ed assunti dopo l’azione legale intrapresa”. E' quanto si legge in una nota congiunta delle Segreterie Generali della CGIL Nazionale, della Campania e della Camera del Lavoro di Napoli.
“Con questa decisione, presa dopo l’annuncio dei giorni scorsi di cancellare la Newco di Pomigliano facendo rientrare tutti gli addetti in un’unica società, FIAT, di fatto, elude le sentenze della magistratura, umilia il lavoro, nega i diritti dei lavoratori e apre uno scenario di possibili e ulteriori illeciti”, continua.
“Questa nuova e ulteriore azione di discriminazione da parte di FIAT nei confronti dei lavoratori, successiva alla procedura di mobilità delle scorse settimane, avviene in un contesto di mercato sicuramente difficile. Ciò non toglie che sarebbe possibile redistribuire il lavoro attraverso un contratto di solidarietà, anziché prevedere ulteriori periodi di Cassa integrazione, magari discriminatoria nei confronti di alcuni. La segreteria della CGIL nazionale, della Campania e di Napoli sostengono e sosterranno i lavoratori e le lavoratrici nelle azioni di tutela per il diritto al lavoro”, conclude la nota.
Fiat, stipendio ai 19 operai Fiom di Pomigliano, ma non possono lavorare
POMIGLIANO D’ARCO (NAPOLI) – Stipendio sì, reintegro no. I diciannove operai Fiom riassunti dalla Fiat di Pomigliano d’Arco (Napoli) lo scorso novembre dopo la disposizione della corte d’appello di Roma verranno retribuiti ma non potranno tornare al lavoro.
I diciannove l’hanno saputo lunedì mattina, 4 febbraio. Diciotto di loro (uno è in aspettativa per impegni elettorali) sono andati in fabbrica per conoscere le proprie mansioni ma è stato chiesto loro di tornare a casa perché al momento non sarebbe possibile ricollocarli, è la motivazione ufficiale.
“Ci hanno consegnato la busta paga e informati che ci faranno sapere, hanno detto gli operai. Noi pretendiamo una comunicazione scritta, ed abbiamo contestato all’azienda le modalità di mancata comunicazione preventiva”.