12 febbraio 2013

Rcs, crisi senza fine: 800 esuberi. Comunicato sindacale unitario.

 Rcs in crisi: 800 esuberi, almeno 10 periodici da dare via o chiudere. E il Corriere della Sera dovrà lasciare la sede storica di via Solferino, a Milano. La notizia è stata data da Pietro Scott Jovane, ad del gruppo editoriale Rcs.  I magazine coinvolti sono: A, Bravacasa, Yacht & Sail, Max, Europeo, Astra, Novella, Visto, Ok Salute e il polo dell’enigmistica
Degli  800 esuberi annunciati, 600 sono previsti in Italia tra personale giornalistico e non. Il gruppo intende vendere o chiudere 10 testate di Rcs Periodici e spostare in via Rizzoli le sedi del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport.
Gli 800 esuberi annunciati dai vertici Rcs alla rappresentanza sindacale si confrontano con un organico del gruppo pari a circa 5 mila dipendenti. L’azienda non ha annunciato nel dettaglio le ricadute dei previsti tagli a livello delle singole divisioni
Inoltre, nell’incontro tra i vertici di Rcs Mediagroup e il Comitato aziendale europeo è stata annunciata una riduzione del 10% dei compensi del presidente Angelo Provasoli, dell’amministratore delegato Pietro Scott Jovane e dei collaboratori diretti.
Preoccupata la reazione di Vincenzo Vita, senatore del Pd e vicepresidente della commissione Cultura del Senato: “La pesantissima crisi che sta investendo il gruppo RCS apre uno squarcio drammatico sulla situazione reale del mondo dell’editoria italiana. La vicenda è gravissima e mette in discussione la vita e il lavoro di tante persone. Si può temere, in verità, che il dramma non sia limitato a un solo gruppo. Da tempo stiamo dicendo che se non si fa una scelta strategica, istituendo un vero e proprio fondo straordinario per la libertà di informazione, il sistema arriverà al passaggio definitivo dell’era tecnologica con una quantità impressionante di crisi aziendali. Si tratta di un fondo straordinario, che potrebbe trarre almeno una parte delle risorse dall’indifferibile asta delle frequenze televisive, da immaginare come un superamento dell’attuale stiracchiatissimo fondo per l’Editoria. Così come è indispensabile un intervento sugli ammortizzatori sociali, prima che sia troppo tardi”.

COMUNICATO
L’11 febbraio, presso il sito industriale di RCS Mediagroup, si sono incontrati con il management del Gruppo
Il CAE ed il coordinamento nazionale, assistiti dalle segreterie nazionali e territoriali.
La profonda crisi, che da 5 anni attanaglia il Settore dell’Editoria, ha determinato perdite di fatturato per RCS di oltre il 30%, a ciò si aggiunge il problema di un debito in scadenza a fine anno di circa 800 milioni di euro. Ad oggi peraltro non è definibile un piano di ricapitalizzazione, necessario per affrontare i problemi finanziari del Gruppo. Il vertice aziendale ha approntato un piano di sviluppo che prevede circa 180 milioni di euro di investimenti, tende a consolidare il perimetro di gruppo, a difendere le attività “core” e a tutelare tutti i prodotti premium pur prevedendone una graduale mutazione che permetta loro di essere trasferiti sui devices web.
Per poter affrontare i problemi finanziari e le necessità di investire sul nuovo, l’Azienda ritiene di intervenire in modo diffuso con la dismissione di alcune testate periodiche e dei collezionabili non più rispondenti, eventuali terziarizzazioni di attività “no core”, con possibili efficientamenti organizzativi e interventi sul costo del lavoro.
Tali operazioni coinvolgono in Italia e Spagna circa 800 lavoratori tra grafici, poligrafici e giornalisti.
A tale percorso verrebbero associate politiche di risparmio sul costo delle collaborazioni e dei servizi e la razionalizzazione degli immobili.
Tutte queste iniziative porterebbero il gruppo, nei tre anni della durata del Piano, ad adeguarsi al mutato contesto del mercato editoriale ed a tornare profittevole.
Le OO.SS. ritengono innegabili le difficoltà del mercato e condividono la necessità per RCS di affrontare il cambiamento dell’editoria, ma reputano che gli impatti sui dipendenti, potenzialmente gravi ed importanti, andranno fronteggiati attraverso confronti negoziali seri, consapevoli e non frettolosi.
Considerano, inoltre, in una Azienda così articolata dal punto di vista merceologico e geografico che, al di là delle specifiche titolarità negoziali che svilupperanno ai tavoli le tematiche locali e caratteristiche, sarà necessario garantire un elemento di tenuta unitario dell’intero Gruppo con la struttura di coordinamento nazionale, in un confronto, cui non si può non riconoscere una indubbia valenza politica generale.
Auspichiamo un ulteriore incontro, prima della riunione del C.d.A. di marzo, per poter fornire agli amministratori le valutazioni di fronte sindacale sul Piano, che, è il caso di affermarlo con chiarezza da subito, sarà affrontato all’insegna della volontà di risolvere i problemi dell’Azienda, ma trovando soluzioni che non abbiano impatti traumatici sulle persone.
Roma, 12 Febbraio 2013
Le Segreterie Nazionali
SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL