12 febbraio 2013

Pensione di invalidità donne sposate a rischio, torna la paura

Decine di migliaia di donne perderanno la pensione di invalidità civile.
Ma non finisce qui, dovranno restituire quanto percepito da dieci anni in qua.
È il rischio che corre soprattutto “l’altra metà del cielo”, complice l’orientamento di qualche avvocatura dell’Inps che ha fatto finire il contenzioso in Cassazione con insidie pesanti per l’assistenza invalidi.
Sino ad ora, spiega un avvocato :
«il limite di reddito per ottenere la pensione di invalidità o l’assegno di invalidità è stato individuale, fissato rispettivamente a 16mila 500 e 4mila 650 euro all’anno a seconda della percentuale di perdita della capacità lavorativa».
«Ora», continua, «complice l’orientamento equivoco dell’Inps, che in sede amministrativa riconosce e in sede giudiziaria nega, gli stessi livelli di reddito massimo diventano coniugali». Ma una soglia così, comporterebbe «l’estinzione fisica della coppia».
Se l’asticella del reddito fosse rispettivamente fissata per entrambi i coniugi in 4mila e 650 euro per l’assegno, e in 16mila 500 per la pensione, questi «morirebbero di fame prima».
«Per 34 anni», continua l'avvocato «tanto per l’assegno quanto per la pensione gli stanziamenti delle leggi di bilancio dello Stato hanno previsto limiti reddituali personali: una deroga a questa prassi rappresenterebbe la più grave controriforma in materia assistenziale con conseguenze devastanti soprattutto per la donna».
Sia la pensione, sia l’assegno di invalidità, infatti, in un mercato del lavoro a forte prevalenza maschile sono volti alla tutela delle figure più deboli nel momento in cui, per motivi di salute, perdono la capacità di lavorare in maniera significativa: oltre il 74 per cento per l’assegno o del 100 per cento per la pensione.
Ma il balletto dei comunicati dell’Inps e del ministero del Lavoro sembra rappresentare plasticamente la prassi antica dello «scarica barile».
Mercoledì 13 febbraio, saranno i giudici della sezione Lavoro della corte di Cassazione a decidere sui livelli di reddito, stante il permanere di un silenzio colpevole sia da parte del ministero sia da parte dell’Inps.
Entrambi nei loro pronunciamenti, a partire dal 12 gennaio, richiamano la necessità di una nuova «valutazione», di una «indagine», di una «istruttoria».
In poche parole, le proteste che aveva suscitato la notizia del rischio di estinzione delle pensioni di invalidità civile per le persone coniugate, nate a fronte della circolare INPS, sono state messe a tacere con l'intervento del ministro Fornero, peccato che a questo non si sia avuto un riscontro pratico.
Ora, ad un mese di distanza, ecco spuntare di nuovo la possibilità che queste pensioni vengano defalcate, senza neppur pote sapere chi si prende la briga di farlo.