16 luglio 2012

Poste: Comunicato incontro Poste Mobili


Si è tenuto il 9 luglio scorso un incontro con la struttura di Risorse Umane e Organizzazione di PosteMobile per la definizione del relativo Premio di Risultato.
La rigidità delle posizioni aziendali, che ha caratterizzato tutta la riunione, è stata la principale causa del mancato accordo, impedendo di fatto qualsiasi tentativo di avanzamento e di mediazione.
Le giustificazioni addotte, a supporto di tali, incomprensibili rigidità possono essere riassunte nell’obbligo di mantenere una stretta correlazione tra il premio di risultato di Poste Mobile e quello della capogruppo - poste italiane spa – che, giova ricordarlo, Slc-Cgil e Slp-Cisl non hanno firmato perché considerato penalizzante per le lavoratrici ed i lavoratori.
A tal proposito, è bene ricordare che invocare coerenze tra sistemi premianti di aziende diverse è una contraddizione in termini perché ciò che deve rendere omogenee aziende dello stesso settore è il C.C.N.L. (e in futuro il contratto di settore), non il premio di risultato. Quest’ultimo, infatti, non può che essere costruito sui risultati di ciascuna singola azienda, con modalità che le sono proprie.
E’ con questo spirito che sono stati costruiti gli accordi sui due livelli contrattuali, anche se ci sono contraenti che sembrano averlo dimenticato.
Il documento aziendale così come proposto, mantiene gran parte degli aspetti negativi del PdR di Poste italiane; per questa ragione, dopo aver inutilmente chiesto di apportare modifiche che tenessero conto delle ottime condizioni economiche abbondantemente decantate da parte aziendale, lo abbiamo coerentemente rispedito al mittente.
Elenchiamo di seguito i principali punti che non abbiamo condiviso:
L’indicatore composito attraverso il quale viene misurato il raggiungimento dei risultati utili al raggiungimento degli obiettivi, è inspiegabilmente diverso per l’anno 2011 rispetto ai due anni successivi. Infatti, nel 2011 è costituito dall’EBIT, (che è un indicatore di bilancio), dal CUSTOMER SATISFACTION INDEX (CSI) e dalla QUALITA’ RETE TLC, mentre nei due anni successivi l’EBIT è sostituito da un EBITDA/RICAVI (che è un altro indicatore di bilancio) , opportunamente rimaneggiato al punto da non essere più tale: si ripete, in sostanza, quanto fatto per Poste italiane.
Si tratta di tecnicismi non irrilevanti, perchè conferiscono all’azienda la possibilità di intervenire sui dati, indipendentemente dal risultato economico conseguito.
Lo stesso CUSTOMER SATISFACTION INDEX (CSI), che dovrebbe essere rilevato da una società esterna, contiene tutta una serie di condizioni che non dipendono dall’attività dei dipendenti di PosteMobile (ad es. campagne pubblicitarie sbagliate, code agli uffici postali, percezione del prodotto finale da parte del cliente, ecc.), ma che incidono, ingiustamente, sul loro premio.
Stessa cosa accade per l’indicatore di qualità utilizzato per la rete fissa, il cosiddetto QUALITA’ RETE TLC, che tiene conto di due indicatori: ASSURANCE SERVIZIO CARRIER DISPONIBILITA’ RETE MPLS e PROVISIONING SERVIZIO CARRIER NUOVA LINEA E TRASLOCO ESTERNO MPLS IN 45 GG SU BASE ANNUA. Anche in questo caso infatti il parametro di riferimento non è direttamente riconducibile all’operato del lavoratore.
I criteri di interpolazione del pagamento (la gradualità di corresponsione del PdR in proporzione ai risultati ottenuti), prevedono un salto eccessivo che va dal raggiungimento dell’80% del risultato con pagamento di 1/3 della quota prevista, al successivo 100% con pagamento dell’intera quota più un’ulteriore “una tantum” di circa € 40/45.
Consideriamo eccessiva la distanza tra i due obbiettivi (l’80% ed il successivo 100%), tenuto conto che l’eventuale raggiungimento di risultati intermedi, addirittura il 99%, non producono alcun miglioramento economico.
Gli obbiettivi aziendali ipotizzati per il 2012 e per il 2013 sono particolarmente sfidanti, e comunque superiori a quelli raggiunti nel 2011.
Ciononostante gli importi economici previsti per i prossimi due anni sono inferiori a quelli proposti per il pagamento di quest’anno (risultati del 2011).
Per i motivi sopra indicati non abbiamo sottoscritto questo accordo, che riteniamo debba essere totalmente rivisto.
La soluzione più logica, a tutela degli interessi dei lavoratori, ci era sembrata allora quella di prevedere il pagamento di quanto consolidato (2011) adesso, rinviando a settembre la trattativa sull’impianto relativo agli anni 2012-2013.
Anche in questo caso però l’azienda si è contrapposta con rigidità, rispondendo con un “prendere o lasciare il pacchetto completo”.
Noi quel “pacchetto” non possiamo prenderlo, perché significherebbe mettere la firma su un meccanismo che anziché premiare penalizza l’operato di coloro che ancora una volta hanno contribuito a far chiudere positivamente il bilancio dell’azienda.
Roma,16 luglio 2012
La Segretaria Nazionale SLC-CGIL
Barbara Apuzzo