26 luglio 2012

NORMA A TAORMINA... ARTE O EVENTO MEDIATICO...???

Spett.le dott. Piraneo,

mi permetto ancora una volta di inviarle alcune riflessioni del maestro Antonio Torrisi, coord dip cultura Cgil Catania ed in risposta alle dichiarazioni del sig. Monetti.

La ringrazio anticipatamente per l'eventuale spazio che potrà riservare.

Cordiali saluti

Giovanni Pistorio

Segretario Confederale Cgil Catania


In risposta alle appassionate argomentazioni del sig. Monetti, non posso fare altro che affermare di aver mal compreso le finalità della Norma a Taormina, quindi chiedo umilmente scusa: credevo fosse amore, invece era un calesse!

Mi perdoni il Signor Monetti se prendo in prestito il titolo di un capolavoro del compianto Massimo Troisi, come del resto lui fa citando il Grillo pre-politico, ma se sulla splendida operazione di marketing messa in campo dalla cavea del Teatro antico alle sale di proiezione, passando per le celebri personalità che calcavano i corsi dell’elegante perla dello Jonio nulla c’è da dire, poiché lo spettacolo c’è indubbiamente stato, sulla resa artistica della messinscena non si possono vantare risultati di altrettanto prestigio.

Norma, come tutti gli addetti ai lavori sanno, compreso lo scrivente, umile cinquantenne musicista e docente di Conservatorio, è un’opera “più conosciuta che rappresentata”, posto che le difficoltà nascoste fra le pieghe della partitura esigono, per manifestarne tutta la plastica bellezza insiemi artistici che oltre ad essere di assoluto livello, devono essere sapientemente amalgamati.

L’orchestra dei Conservatori, pur se formata da musicisti segnalati da tutti i Conservatori italiani non può avere le caratteristiche richieste per motivi logistici, di tempo e di esperienza, poiché tutti gli operatori del settore sanno che pur se in presenza di assolute eccellenze da un punto di vista personale, l’insieme artistico si crea soltanto con gli anni.

Sul fatto poi che questo insieme non costi nulla non è esatto, poiché da un punto di vista finanziario, fin dalla sua costituzione è stata posta a carico dei Conservatori che aderivano a tale esperimento; da ciò ne discende che tanti Istituti di assoluto prestigio non abbiano potuto partecipare a causa dei costanti ed ingiustificati tagli operati nei propri bilanci sia dagli Enti locali, sia dal Ministero competente.

Detta orchestra potrà forse avere un radioso futuro, ma allo stato dei fatti ha dimostrato tutti i limiti che discendono da quanto sopra espresso e non mi risulta di essere stato l’unico a notarne le paurose defaillance (vedi “Repubblica” e “Il Tempo”), unite ad una regia non appropriata, ad una Norma non molto adatta al ruolo, incerta in “Casta Diva”, imprecisa nell’attacco di “Ah! Bello a me ritorna” (se non erro con una battuta d’anticipo e conseguente ripetizione), ad una direzione molto personale e ad una gestione delle luci che poteva dare molto di più.

Il coro, per stessa ammissione del Sig. Monetti, proveniva da province diverse e infatti si notava la scarsa dimestichezza nel canto d’insieme, laddove erano invece richiesti sincronismi perfetti e proprio per tale ragione i Teatri impiegano un tempo compreso fra i 20 giorni ed un mese per le prove.

Bisogna decidere quali strade percorrere: quella dell’evento mediatico nel quale la musica è soltanto cornice, oppure quella nella quale si promuovono i giovani di talento (operazione degnissima a patto di dichiararla come intento primario), oppure sfidare in campo aperto analoghi festival (Rossini di Pesaro, Puccini Torre del Lago, Mozart Salisburgo), nel qual caso occorrerebbero ben altri impegni artistici per ben figurare e risorse economiche allo stato improponibili.

Quale è stata la strada intrapresa con questa produzione?

Noi continuiamo a proporre la divulgazione, quando non subalterna a mere logiche di immagine o altro, e la necessità di costituire il politecnico delle arti, strumento necessario per la valorizzazione e la trasmissione dei saperi e delle tradizioni culturali.


M° Antonio Torrisi, coordinatore dipartimento cultura CGIL Catania