“L'emendamento Vico Lulli in materia di call center e delocalizzazione, dopo essere stato approvato in commissione in prima battuta, e' stato oggi dichiarato illegittimo in seconda battuta. Un atto legittimo ma inusuale ci permettiamo di dire – così annuncia una nota della segreteria nazionale dell’Slc Cgil. “L'emendamento all'articolo 52 del Decreto Sviluppo prova, con provvedimenti di buon senso, a mettere ordine in un settore a forte rischio per la privacy dei cittadini e a forte rischio di tenuta occupazionale. Decine di migliaia di posti di lavoro sono a forte rischio se non si mette un freno al fenomeno delle delocalizzazioni.”
“Non tutto e' perduto, c'e' ancora tutta la prossima settimana per convincere i membri della Commissione a riammettere l'emendamento e ridare certezza della sicurezza dei propri dati sensibili ai cittadini – prosegue la nota - e, soprattutto, una speranza a migliaia di donne e uomini che in tutto il Paese, specialmente in aree particolarmente complesse sotto il profilo dell'occupazione, vedono nei call center l'unica certezza per un lavoro stabile e dignitoso. Per parte nostra non ci daremo per vinti e utilizzeremo sino all'ultimo istante utile per convincere il Parlamento della necessità di intervento su questa materia.”
Call Center: Circolare SLC CGIL ed emendamento
Care\i compagne\i,
vi inoltriamo il testo dell’emendamento al “Decreto Sviluppo” presentato in data odierna dagli On.li Vico e Lulli riguardante “misure a sostegno della tutela dei dati personali, della sicurezza nazionale e della concorrenza nelle attività svolte da call center”.
Come potrete vedere il testo, se approvato definitivamente, rappresenterebbe una autentica svolta per il settore dei call center ed un efficace strumento di contrasto al fenomeno delle delocalizzazioni.
Partendo dal diritto dei cittadini ad essere informati preventivamente sul dislocamento fisico del call center che sta per trattare i loro dati personali e, conseguentemente, di poter scegliere che la chiamata venga gestita in Italia, obbliga le aziende a predisporre un idoneo servizio gestito su territorio nazionale non potendo prevedere con esattezza quanti cittadini sceglierebbero di “delocalizzare” la chiamata e quanti non.
L’obbligo di dichiarazione al Ministero del Lavoro ed al Garante della Privacy, da parte di aziende che de localizzano, rispettivamente di quante persone sono coinvolte e di quali misure si applicano a tutela della garanzia dei dati sensibili porterebbe finalmente all’emersione del fenomeno delocalizzazioni in tutta la sua reale portata sia in termini di impatto occupazionale che sulla sicurezza degli individui e del Paese.