03 giugno 2011

CALL CENTER: SU FESTA SRL, PRATICHE VESSATORIE SU LAVORATORI

"Un incontro in primo luogo di ascolto, di una situazione pesante perchè la Festa Snai ha redatto un contratto aziendale sostitutivo di quello nazionale". E' questo il commento del deputato Pd, Cesare Damiano, all'AgenParl, dopo aver incontrato i lavoratori della Festa Snai.

"Sicuramente il contratto cerca di risolvere il problema della stabilizzazione, ma essendo un contratto più basso di quello precedente, le condizioni di quelli che verranno assunti dopo saranno peggiori". Ma i lavoratori del call center non si sentono tutelati dal nuovo contratto, tutt'altro. E, infatti, Damiano ci dice che "è in corso un contrasto anche legale. Appunto perchè l'azienda obbliga la sottoscrizione del contratto, pena un trasferimento nella sede di Lucca. Tutto questo ha un carattere vessatorio verso i lavoratori. Si possono ravvisare degli elementi di ritorsione. Abbiamo ascoltato questi lavoratori e, per quanto in nostro potere, ci stiamo battendo per le situazioni dei call center, anche con delle proposte di legge. Sapendo, tuttavia, che per cambiare la situazione del lavoro in Italia bisogna cambiare il governo di questo paese, altrimenti i giovani saranno condannati alla precarietà".

La stabilizzazione del precariato in alcuni casi rischia di diventare lo specchio per le allodole di tanti piccoli imprenditori. Succede a Roma, dove Festa Srl controllata dal gruppo Snai, leader nel settore delle scommesse ha proposto un cambio del pacco. Un accordo volto a stabilizzare i precari assunti con co.co.pro, ma che prevede un ribasso degli stipendi fissi e un aumento della variabile. Festa si occupa di attività di call center inbound e outbound e la parte variabile è legata agli obiettivi di vendita, che sono calcolati su 22 giorni lavorativi mensili, e non vengono riparametrati in caso di malattie o ferie, rendendo di fatto difficile e talvolta impossibile, l’incasso del variabile.

Facendo un esempio un lavoratore full time di secondo livello come si legge nell’allegato 4 dell’accordo, guadagna 800 euro lorde fisse al mese e 510 euro al raggiungimento degli incentivi. Per gli operatori part - time basta dividere per due, per avere come risultato uno stipendio ridicolo. Alcuni operatori al momento della firma dell’accordo, hanno scritto sotto dettatura la lettera di dimissioni dal precedente contratto, trovandosi poi detratti dall’ultima busta paga a progetto i conguagli di fine rapporto. La premessa dell’accordo, che l’azienda ha discusso e firmato solo con il sindacato della Fistel Cisl, lasciando fuori tutti gli altri, anche quelli che avevano proprie Rsa all’interno, auspica “il superamento dei contratti di collaborazione a progetto”.

Un’ambizione importante che nella pratica è stata disattesa. Infatti l’accordo è stato proposto anche ad un gruppo di dipendenti sotto il regime del Ccnl del Commercio assunti a tempo indeterminato. Chi ha rifiutato di firmare, è stato messo prima in un regime di ferie forzate e poi inviato in una lunga trasferta a Lucca, con la promessa di un trasferimento definitivo nella cittadina toscana. In trasferta, contrariamente alla legge, sono state inviate anche mamme in allattamento e persone che godono della legge 104/92 per l’assistenza ai familiari disabili. Attualmente queste forzature sono all’attenzione della Magistratura.