10 giugno 2011

Poste Italiane: Accordo separato su clausola compromissoria

In riferimento alla rottura dei rapporti unitari avvenuta dopo la non sottoscrizione da parte della SLC CGIL di un accordo sulla clausola compromissoria, riteniamo utile ricordare che tutti gli interlocutori, sia per parte aziendale che sindacale sapevano e sanno che la CGIL, in questo caso la SLC CGIL è stata, è e sarà sempre contro la norma sull’arbitrato contenuta nella legge n. 183/2010.

Siamo stati chiari durante le fasi del negoziato per il rinnovo del CCNL, così come lo siamo oggi, perché riteniamo la clausola compromissoria una norma vessatoria che sottrae i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori all’osservanza delle leggi.

La legge, per la CGIL, deve continuare a rimanere, soprattutto in materia di tutela individuale, il vero grande regolatore che può permettere al più debole di avere ragione anche sul più forte.

Non siamo mai stati interessati alla costituzione di un mega baraccone consociativo sindacato-azienda che decide del destino individuale delle lavoratrici e dei lavoratori di Poste Italiane, indipendentemente dal fatto che si tratti di ingiustizie legate alla condizione o alla prospettiva di lavoro, o di qualsiasi altra piccola o grande ingiustizia che ogni giorno si verifica.

La giustizia del lavoro, nell’Italia repubblicana, ha permesso di riparare a torti, a pressioni e persino a persecuzioni nei luoghi di lavoro. Noi continuiamo a pensare che in un tempo nel quale il mondo del lavoro è sottoposto ad una pressione fortissima che ne sta determinando l’arretramento, quanto deciso, anche sottoforma di una improbabile commissione, rappresenti un ulteriore masso gettato per annullare la volontà e le aspirazioni individuali delle lavoratrici e dei lavoratori di Poste.

Questo è il motivo per cui è assolutamente infondato qualsiasi riferimento ad un presunto impegno della SLC CGIL di firmare accordi che riguardano il recepimento di una legge tanto insensata e vessatoria.

Del resto durante la fase finale del negoziato nessun incontro riservato è mai stato tenuto e dunque nessun accordo su questo punto poteva essere raggiunto. Tutto è avvenuto alla luce del sole: l’azienda ha proposto di stralciare e di rinviare il tema della clausola compromissoria e noi siamo stati felici di accogliere questa proposta. E’ evidente che essere d’accordo sul rinvio non rappresenta un accordo sui contenuti!

Se poi qualche organizzazione sindacale era distratta, siamo sempre pronti a ricordarle come e perché è stato fatto il CCNL e quali sono stati i punti su cui si sono mediate le posizioni aziendali e quelle sindacali. Questi riguardano specificamente il salario, l’introduzione delle clausole flessibili nel part time con la garanzia di un futuro previdenziale certo per coloro i quali aderiscono alle stesse, oltre che l’esclusione di un utilizzo improprio (a tempo indeterminato) dei contratti di somministrazione.

Su questi punti si è fatto il contratto e, ovviamente, i curiosi potranno facilmente collegare ad ogni punto citato i soggetti promotori.

La verità è che al di là dei comunicati letti fino ad oggi relativi al CCNL, che abbiamo preferito non commentare, alle Poste il contratto separato del 2009, fortemente difeso dalle altre OO.SS. confederali, non ha avuto spazio. E lo dimostra il fatto che abbiamo chiuso la parte economica sui minimi tabellari con 13 euro in più rispetto alle disposizioni previste dall’accordo separato, così come non ci sono nuovi enti bilaterali certificatori.

Non è solo merito nostro, la verità è che di quell’accordo sbagliato è la stessa azienda a non avvertirne il bisogno.

Cos’ come non è passato Sacconi e la sua clausola compromissoria, peraltro sottoposta al giudizio della Corte costituzionale e dunque a forte rischio.

La mancanza di questi elementi sta costringendo la CISL a tentare in extremis un recupero affannoso e nevrotico, che risulta però essere ridicolo se la soluzione proposta è quella di istituire una commissione sulla clausola compromissoria, dal momento che dal 1 gennaio sarà il governo a poter decidere sulla stessa.

Ovviamente non commentiamo le reazioni delle altre OO.SS., che riteniamo comunque più tendenti a superare difficoltà interne che non a portare chiarezza, tanto sugli accadimenti, quanto sulla gestione di una fase sindacale che resta complicata. Noi riteniamo che i problemi interni alle OO.SS. non si possano scaricare come macigni sui lavoratori e per questo giudichiamo gravi i comportamenti strumentali che si sono registrati in questi giorni.

La Segreteria Nazionale SLC CGIL