E’ uno strumento introdotto con la legge 183/2010 con la quale si cerca di applicare il così detto “arbitrato irrituale”. In sostanza si tenta di rinviare le eventuali future contestazioni sollevate dal lavoratore, anziché al giudice del lavoro, ”giudice naturale precostituito per legge” (Articolo 25 della Costituzione), ad un collegio arbitrale che potrà decidere, “secondo equità” in altre parole con una sentenza inappellabile in grado di ignorare le norme di legge e di aggirare i contratti colletivi di lavoro,ovvero derogando in peius.
La cosa più grave è che si sottoscrive un impegno che riguarda controversie che ancora non si sono realizzate, in altre parole si decide al buio e su cose che non si conoscono (Trasferimenti? Graduatorie? Mobilità?), ma si sa per certo che si potrà rinunciare all’applicazione di Leggi e Contratti!
LA SLC CGIL HA DETTO NO ALLA FIRMA DEL VERBALE SOTTOSCRITTO DALLE ALTRE OO.SS RIGUARDANTE LA ”CLAUSOLA COMPROMISSORIA”,perché riteniamo inaccettabile e ingiusta la rinuncia in via preventiva del lavoratore a ricorrere al giudice del lavoro.
La legge, per la CGIL, deve continuare a rimanere, soprattutto in materia di tutela individuale, il vero grande regolatore che può permettere al più debole di avere ragione anche sul più forte.
Respingiamo dunque un accordo per la costituzione di un mega baraccone consociativo sindacato-azienda che decide del destino individuale delle lavoratrici e dei lavoratori di Poste Italiane, indipendentemente dal fatto che si tratti di ingiustizie legate alla condizione o alla prospettiva di lavoro, o di qualsiasi altra piccola o grande ingiustizia che ogni giorno si verifica.
Segreteria Nazionale Area Servizi SLC /CGIL