Sulle cause dei recenti disservizi Poste Italiane è al lavoro "giorno e notte" e per ora la priorità è quella di andare alla radice del guasto informatico: quindi anche l'ipotesi di fare causa all'Ibm non è all'ordine del giorno nell'agenda della società.
È, in sintesi, quanto affermato dall'amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi, a margine di un'audizione alla commissione Trasporti e Tlc del Senato sul caos informatico scoppiato nei propri uffici all'inizio del mese. "Stiamo lavorando giorno e notte, sono cose che possono accadere; ogni altra considerazione verrà dopo", ha risposto l'ad a chi gli chiedeva se l'azienda farà causa all'Ibm.
Dal laboratorio dell'azienda informatica Usa vengono una parte dei tecnici della task force messa in piedi da Poste per analizzare minuziosamente, anche ad uffici chiusi, le operazioni compiute per scongiurare ogni altro possibile problema.
Sarmi ha voluto sottolineare: "l'insieme dei nostri sistemi di controllo, pur in presenza di un malfunzionamento del software, hanno consentito di dare un servizio pari a circa 6 milioni di operazioni a fronte delle 8-8,5 milioni di operazioni di un giorno normale". E questo, ha aggiunto, anche nelle giornate 'peggiorì di venerdì 3, sabato 4 e lunedì 6 giugno.
"Abbiamo arrecato del disagio - ha detto ancora l'ad di Poste - perché dai sistemi di controllo abbiamo rallentato la durata delle operazioni affinché il sistema non entrasse in blocco. Tuttavia abbiamo mantenuto la funzionalità pur se con tempi di attesa più lunghi del normale".
È possibile escludere, è stato chiesto, che il guasto informatico si ripeta? Di questo "ho la ragionevole certezza - ha replicato Sarmi - ma per esserne sicuri su base scientifica è necessario che ci siano le certificazioni fatte tramite analisi di laboratorio. Su questo siamo stati attivi fin dall'inizio e ancora adesso stiamo lavorando giorno e notte", ha concluso.