COMUNICATO:
Il SAI ha incontrato in questi giorni il Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati ed un Comitato Ristretto della stessa, rappresentativo di maggioranza e opposizione.
Nel colloquio avuto, il Sindacato ha espresso profonda preoccupazione per il ristagno dei lavori che dovrebbero condurre all’approvazione della Proposta di Legge contenente “Disposizioni per la tutela professionale e previdenziale, nonché interventi di carattere sociale, in favore dei lavoratori dello spettacolo.
Nonostante il progetto si protragga da almeno tre legislature, con la PdL 4709 del 17 febbraio 2004, con la PdL 194 del 28 aprile 2006 ed oggi con il Testo Unificato elaborato dal Comitato Ristretto e adottato come Testo Base, sembrano ancora presenti enormi difficoltà di carattere politico e di copertura economica per portare a compimento il percorso legislativo.
Per tali ragioni il Sindacato sta sostenendo il progetto che prevede di attingere alle quote di bilancio in attivo dell’ENPALS per l’avvio del provvedimento.
Una possibilità valutata e discussa in più occasioni che è stata posta all’attenzione degli Organismi Legislativi come una soluzione, transitoria, concreta e a costo zero per le casse dello Stato.
Il testo, con i necessari correttivi e aggiustamenti, deve poter riprendere in fretta il suo iter anche alla luce del recente pronunciamento della Corte di Cassazione 12355/10 che ha ribadito l’impossibilità, per gli artisti, di vedere versato il contributo DS per l’indennità di disoccupazione, negando a queste figure professionali l’unica possibilità di ricevere, anche saltuariamente, un minimo di sostegno al reddito nella discontinuità del lavoro.
Su questo ultimo punto il SAI ha chiesto formalmente al Presidente e al Comitato Ristretto di predisporre un provvedimento legislativo, urgente, da inserire nella prossima Legge Finanziaria, che abroghi il punto 5 dell’art. 40 del RDL 1827/35, là dove è prevista l’esclusione dall’obbligo assicurativo per la disoccupazione per il personale artistico teatrale e cinematografico.
Tale intervento, già operato in passato per altre figure professionali, pur limitando la sua azione alle prestazioni lavorative contrattualizzate in forma subordinata, potrebbe parzialmente riequilibrare la grave discriminazione operata, nei confronti di tanti artisti, soprattutto giovani, nell’ambito del contesto generale del mondo del lavoro del nostro Paese.
SAI ‐ SLC CGIL