Una settimana per decidere il da farsi. Questo il tempo concesso agli operatori di Tlc da parte del Comitato esecutivo per le reti di nuova generazione che ieri si è riunito nella sede del ministero dello Sviluppo economico per sottoporre a Telecom Italia, Vodafone, Wind, H3G, Tiscali, Fastweb, BT e Fos – le aziende firmatarie del memorandum of understanding per la realizzazione della società veicolo FiberCo che dovrà occuparsi della realizzazione delle Ngn – la proposta frutto del lavoro di condivisione portato avanti negli scorsi mesi.
“La proposta – recita una nota del ministero - potrà essere ulteriormente integrata dagli operatori nei prossimi giorni, per essere poi portata all’attenzione del ministro Paolo Romani”. Dopodoché il ministro convocherà gli amministratori delegati delle imprese firmatarie del Mou “per attivare concretamente quanto previsto dagli accordi raggiunti”.
Il Tavolo Romani pare dunque avviarsi verso la fase finale: raggiunto – almeno secondo le prime indiscrezioni di stampa– l’accordo con Telecom Italia che entrerà a far parte di FiberCo con una quota corrispondente all’infrastruttura conferita all’equity. L’azienda presieduta da Franco Bernabè potrà inoltre esercitare l’opzione di call una volta esaurito il processo di migrazione degli utenti dal rame alla fibra (gli azionisti di minoranza potranno a questo punto uscire dal capitale). Ancora da chiarire la governance, ma a quanto pare sarà di natura pubblica.
La roadmap per la realizzazione delle Ngn prevede una fase iniziale di sperimentazione in sei città, di cui una probabilmente in Lombardia (dove peraltro è aperto un Tavolo sul progetto Lombardia digitale per la realizzazione di nuove infrastrutture nella regione) e le altre selezionate sulla base di criteri dimensionali ma anche dei progetti in tema di Ngn (Salerno e Siracusa fra le possibili candidate).
È fissata al 2020 la deadline per la copertura del 50% di edifici con infrastrutture in fibra: FiberCo non potrà però intervenire nei Comuni in cui gli operatori coinvolti stanno già portando avanti propri progetti Ngn, comuni in cui comunque dovrà essere garantito il cablaggio della metà degli edifici in cinque anni dall’avvio dei lavori (i progetti saranno sottoposti a verifica annuale). Per spingere la domanda il piano del Mise prevede inoltre uno switch off graduale dal rame alla fibra (a Telecom Italia sarà riconosciuto un indennizzo per singola linea migrata anche nell’ambito dei progetti FiberCo) ma non in ottica market-driven: in sostanza gli operatori saranno obbligati alla migrazione indipendentemente dalla domanda di mercato.
di Mila Fiordalisi