30 giugno 2011

Domenica lavorativa per i turnisti -Sole24h-

Il giorno di riposo settimanale può non coincidere con la domenica nelle aziende che adottano modelli organizzativi di lavoro a turni. Questa in sintesi la risposta ad interpello 26/2011 con la quale il ministero del Lavoro interviene a riconoscere la piena legittimità della fruizione da parte dei lavoratori turnisti del riposo settimanale in giornata diversa dalla domenica.(Leggi...)

Questo quanto si legge nell' articolo scritto da Pierluigi Rausei e Michele Tiraboschi.

Ma la domanda che noi ci poniamo è:

- Se dal ministero del Lavoro vengono definiti turnisti chi lavora la domenica, i dipendenti che non sono idonei per lavori a turni devono lavorare il giorno festivo e girare dal lunedì a domenica?

- Il fatto stesso che il lavoro viene interrotto durante la settimana con il riposo e prosegue poi per il resto dei giorni compreso o un sabato, o una domenica non implica già una turnazione pur mantenendo un orario fisso di lavoro?

- E' l'orario che definisce un lavoro a turni oppure è la rotazione dei giorni della settimana che determina la turnistica?


Tutte belle domande marzulliane a cui abbiamo pure tentato di dare una risposta. Si è deciso di consultare un giuslavorista di Bologna e dopo contatti telefonici abbiamo ricevuto delle slide in merito e pure alcune risposte per iscritto:

"Per Turno si intende una periodica rotazione di lavoro in base ad una specifica sequenza.

Per parlare di Turno occorre pertanto che il lavoro sia:

1 - Sostenuto da più persone che si danno il cambio per svolgere una determinata attività

2 - Articolato in successione di giorni di presenza/assenza che si ripetono

3 - Organizzato in un unica o più fasce orarie che suddividono la giornata"

Il Turno ad orario fisso si svolge normalmente di mattina e non deve presentare le caratteristiche dei lavori a turni. Quindi il lavoratore non deve cadere in confusione poichè avere un orario ben preciso (fisso) è un elemento che un'azienda può stabilire di mettere per sua organizzazione in un lavoro a turnazione, difatti svolgere la propria attività nell'arco di una intera settimana corrisponde ad un lavoro a turno chiamato a ciclo continuo regolare (dal lunedì alla domenica sempre la stessa intensità di lavoro). La distribuzione delle presenze del personale nella giornata può essere uniforme, e quindi ad orario unico, o avere pesi diversi nelle varie fasce orarie e pertanto avere orari differenziati.


Queste le risposte. Per approfondire l'argomento potete andare al link di fine articolo che vi porterà alla sintesi delle slide che sono pervenute tramite e-mail in redazione.


http://slc-cgil-catania.blogspot.com/2011/06/turnistica-analisi-dei-principali.html


NOTA DI REDAZIONE:

Se professionisti ed addetti ai lavori vogliono contribuire in merito a quanto scritto sopra, ricordo sempre che la parte dei commenti è a disposizione di tutti con preghiera di firmare l'intervento e quindi non rimanere anonimi. Dato l'argomento sono graditissimi i punti di vista di avvocati del lavoro o professori universitari che trattano materie inerenti al post in questione.


29 giugno 2011

Cassazione: L'azienda è tenuta all'adozione di tutte le misure che si rivelino idonee a tutelare l'integrità psicofisica dei lavoratori

Corte di Cassazione

L'attività di collaborazione cui l'imprenditore è tenuto nei confronti dei lavoratori a norma dell'art.2087 cod. civ. si estende all'adozione di tutte le misure che si rivelino idonee a tutelare l'integrità psicofisica del lavoratore. Ne consegue che anche il mancato adeguamento dell'organico aziendale, se determinante un eccessivo carico di lavoro, e il mancato impedimento di un superlavoro eccedente la normale tollerabilità, con conseguenti danni alla salute del lavoratore, costituisce violazione degli artt.41, 2° comma, Cost. e 2087 cod. civ. e ciò anche quando l'eccessivo impegno sia frutto di una scelta del lavoratore (manifestata attraverso l'accettazione di straordinario continuativo o la rinuncia a periodi di ferie), atteso che il comportamento del lavoratore non esime il datore dall'adottare tutte le misure idonee alla tutela dell'integrità psicofisica dei dipendenti, comprese quelle intese ad evitare l'eccessività di impegno di soggetti in condizioni di subordinazione socio-economica.


Sentenza Corte di Cassazione 1 settembre 1997, n.8267


Contratti e rappresentanza: raggiunto accordo tra Confindustria e Sindacati - da www.cgil.it -

Siglato l'accordo unitario su rappresentanza ed esigibilità dei contratti. Dopo oltre 6 ore di trattativa e dopo l'incontro di venerdì scorso, CGIL, CISL, UIL insieme a Confindustria hanno firmato l'intesa sulle regole della rappresentanza sindacale e sull'efficacia della contrattazione. La CGIL, nella mattinata di oggi, mercoledì 28 giugno, sottoporrà il testo tutti i Segretari Generali.

Per il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, con l'accordo raggiunto da Sindacati e Confindustria è stata “superata una stagione di divisione”. “Veniamo - ha spiegato la leader della CGIL - da una serie di accordi separati ed il senso di questo accordo è aprire una stagione nuova”. E' stato dato, ha proseguito Camusso “un contributo, in una situazione difficile, per rimettere il valore del lavoro e la contrattazione al centro dell'attenzione del paese”.

Un'intesa, che “guarda al futuro e non al passato”, come affermato dal Segretario Confederale, Vincenzo Scudiere ai microfoni della CGILtv. “Siamo riusciti - ha spiegato il dirigente sindacale - ad inserire importanti elementi che riguardano le garanzie per la contrattazione aziendale, ma che mirano anche a migliorare il sistema del contratto nazionale”, riconosciuto dalla Confederazione come “punto fondamentale e centrale della contrattazione nel nostro Paese". Nell'accordo, precisa Scudiere tutte le parti sociali si impegnano a utilizzare il voto dei lavoratori come "forma per garantire attuazione e condivisione degli accordi". “E' evidente - ha concluso Scudiere - che toccherà al direttivo nazionale decidere sulla firma. Noi abbiamo solo siglato l'accordo. Vedremo nei prossimi giorni quale sarà la discussione interna all'organizzazione”.


Leggi testo accordo


Sindacati e imprese ci provano: accordo su contratti - di Giuseppe Vespo -

Alla fine l’intesa unitaria è arrivata. Confindustria e sindacati hanno siglato un documento comune sulla validità dei contratti e la rappresentatività delle sigle sindacali. La firma è arrivata dopo un confronto «disteso» e attento, che in quasi sei ore ha affrontato i nove punti della bozza presentata dagli industriali e in parte modificata da Cgil, Cisl e Uil.


Sul tavolo i temi caldi del confronto di questi mesi: dalle nuove regole per la rappresentanza sindacale, alle garanzie di efficacia per gli accordi firmati dalla maggioranza dei rappresentanti dei lavoratori, fino ad una definizione degli ambiti di interesse dei contratti nazionali e di quelli aziendali. Non si è parlato di deroghe, un termine che non compare nel testo e che non piace alla Cgil e alla Fiom.


I metalmeccanici lo hanno ribadito lunedì al direttivo di Corso Italia, dove Susanna Camusso ha chiesto e ottenuto il mandato a trattare e a chiudere la partita sui contratti. Il segretario delle tute blu, Maurizio Landini, il portavoce della minoranza «La Cgil che vogliamo», Gianni Rinaldini e quello della «Rete 28 aprile», Giorgio Cremaschi, avevano espresso il loro «no» all’ipotesi di raggiungere un’intesa con Confindustria, soprattutto se questa avesse in qualche modo avallato le richieste della Fiat, che spinge sull’associazione degli industriali perché non vengano messi in discussione gli accordi separati firmati con Cisl e Uil negli stabilimenti di Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco. Un fronte che si riaprirà comunque il 16 luglio, giorno in cui potrebbe arrivare la sentenza sul ricorso presentato dalle tute blu Cgil contro la newco costituita dal Lingotto nello stabilimento campano.


Il tavolo di ieri aveva come obiettivo dichiarato la firma di un accordo e il superamento delle divisione nate con la riforma del modello contrattuale del 2009, non firmata dalla Cgil. Un risultato importante, auspicato dal ministro Tremonti che ha ringraziato «Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti, Susanna Camusso ed Emma Marcegaglia, per quello che hanno fatto nell’interesse del Paese». Ogni virgola del testo sottoposto alle parti è stata pesata e valutata. La linea seguita per riscrivere le regole delle future relazioni industriali è quella della piattaforma confederale del 2008, che si richiama al modus operandi utilizzato nel pubblico impiego.


Quindi la rappresentatività dei sindacati viene tarata sommando il numero certificato degli iscritti a quello delle rsu elette in fabbrica. L’ipotesi di un’intesa aziendale verrebbe così validata dall’ok della maggioranza delle rsu, là dove ci sono. Nelle imprese dove sono presenti solo le rsa - nominate dai sindacati - l’accordo dovrebbe passare il vaglio del voto dei lavoratori. L’ipotesi è che se la rsa dovesse arrivare a un’intesa aziendale, basterebbe l’opposizione di una sola sigla o di una percentuale dei lavoratori in fabbrica per metterlo ai voti. L’altro punto caldo del confronto era la separazione degli ambiti tra contratto nazionale e aziendale, col primo che dovrà definire le regole del secondo.

Manovra Governo: Pensione a 65 anni, torna il ticket, stop agli aumenti per gli statali, e c'è anche il processo breve: Ecco la bozza

ROMA – Tagli agli enti locali e alle regioni, tasse su suv e auto di grossa cilindrata, nuove tasse sulle attività di trading. E poi ancora, pensioni a 65 anni, stop degli aumenti agli statali, decreto sulla “vendove-badanti” e processo breve. Prende forma la bozza della manovra finanziaria. Una manovra che parte “soft”, scaglionata in maniera da risultare pesante ( e non a caso) negli anni 2013-2014, ossia sulla prossima legislatura e su chi la guiderà. Due miliardi subito per coprire le spese inderogabili, circa 5 sul 2012 e 20 sia su 2013 sia su 2014: la manovra arriva così a circa 47 miliardi, un po’ più dei 43 inizialmente ipotizzati. Vediamo ora, punto per punto, cosa cambia con la manovra.

Pensioni. Il testo accoglierebbe la richiesta europea di equiparare l’età pensionabile tra uomini e donne, cosa che gradualmente è stata stabilita per il settore pubblico e ora riguarderà anche il settore privato. La pensione a 65 anni per le donne sarà comunque graduale. Una diluizione soft dell’età pensionabile che partirebbe dal 2020 e arriverebbe a regime solo 10 anni dopo.

Tassa sui suv. Arriva la tassa sui Suv e sulle auto piu’ potenti, quelle con potenza che supera i 125 chilowattora. La norma era stata anticipata dallo stesso ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Gia’ da quest’anno si introduce, da quanto si apprende, un’addizionale annua erariale della tassa automobilistica per i veicoli di potenza superiore a 125 chilowatt. Se non si paga arriva una ‘multa’ del 30% di quanto bisogna pagare. La tassa aumentera’ all’aumentare della potenza.

Ticket sanitari. Torna il ticket per le prestazioni sanitarie: 10 euro sulla ricetta per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e 25 euro per i codici bianchi al pronto soccorso. Il tutto dovrebbe scattare dal 2012.

Tasse sulle scommesse, anche illegali. I Monopoli potranno calcolare e chiedere le imposte su scommesse e concorsi anche a chi raccoglie gioco senza autorizzazione statale. La misura, riferisce Agipronews, e’ contenuta nella manovra domani al vaglio del Governo. La base imponibile su cui si potra’ calcolare l’imposta sara’ la raccolta media della provincia in cui si trova il punto di gioco. Inoltre per i nuovi concessionari di gioco pubblico, anche online, sara’ necessario presentare la documentazione antimafia dei soci che detengono anche indirettamente una partecipazione al capitale o al patrimonio superiore al 2%, nonche’ dei direttori generali.

Per i vecchi concessionari la dichiarazione antimafia verra’ chiesta in sede di rinnovo. Tra le novita’ in materia di giochi, anche il fatto che un importo per la ‘Social Card’, la tessera destinata ai cittadini non abbienti, proverra’ dai giochi. E ancora: si va verso possibile l’ ”esportazione” del Superenalotto in Europa. Secondo quanto si legge su Agipronews, ai Monopoli di Stato e’ affidato il compito di indire e disciplinare ”un nuovo concorso numerico da svolgersi, tramite il relativo concessionario, in ambito europeo”. Per quanto riguarda infine le scommesse non autorizzate, arriva una stretta con nuove sanzioni. Previsto anche il blocco delle carte di credito e sanzioni non solo per gli esercenti ma anche per i giocatori.

Tagli a Enti e Regioni. Tagli agli enti locali e alle Regioni per 9 miliardi di euro nel biennio 2013-2014. Le riduzioni, secondo quanto si apprende, dovrebbero essere suddivise in circa 3,5 miliardi di euro nel 2013 e 5,5 miliardi nel 2014. Sempre secondo quanto si apprende da fonti al lavoro sul dossier ‘manovra’, verra’ introdotta contestualmente la norma che salvaguarda dai tagli i comuni ”virtuosi”.

Blocco delle assunzioni nella P.a. Per gli statali rimane il blocco (esteso fino al 2014) degli aumenti salariali. Confermato anche il blocco del turn over, ossia delle assunzioni, sempre fino al 2014. Le due misure erano state già stabilite nella passata finanziaria e vengono estese per un anno in più. Queste misure non riguarderanno vigili del fuoco e polizia.

Tassa del 35% su trading banche. Arriva la tassa sulle banche: si trattera’ di una tassazione separata al 35% sull’attivita’ di trading. L’aliquota del 35% si applichera’ al risultato complessivo netto derivante dalla gestione delle attivita detenute per la negoziazione. Tranne i titoli di debito e le quote negli Organismi d’investimento collettivo di risparmio.

Niente aumento Iva per il momento. L’aumento di un punto percentuale dell’Iva sulle aliquote del 10 e del 20% non sara’ inserito in manovra e non scattera’ da subito. La norma – secondo quanto si apprende – non sara’ nel decreto legge ma solo nel disegno di legge di riforma fiscale che quindi richiedera’ un’attuazione successiva. Nella delega sono anche previste le tre aliquote Irpef del 20, 30 e 40% e la cancellazione dell’Irap dal 2014. Il ddl delega prevede anche l’unificazione della tassazione sulle rendite finanziarie.

Anas. La società che controlla le autostrade si divide in due a partire da gennaio 2012: una capogruppo e una società per azioni dotata di commissario straordinario.

Tassa su transazioni finanziarie. In arrivo un’imposta di bollo dello 0,15% sulle transazioni finanziarie. E’ una delle misure, secondo quanto si apprende, all’esame domani del consiglio dei ministri. Si sta ancora valutando se inserire la nuova tassa nel disegno di legge delega per la riforma fiscale o in manovra. Ma l’esigenza di fare cassa farebbe propendere per questa seconda opzione.

Processo breve. Per risparmiare in questo settore viene introdotta una sorta di processo breve, che riguarda però solo le cause civili. Il testo della manovra fissa a sei anni la durata “ragionevole” dei tre gradi di giudizio più un anno in caso di giudizio di rinvio. Il giudice può inoltre aumentare fino alla metà i termini fissati.

Pensioni di reversibilità dopo i 60 anni contro le “badanti-mogli”. La manovra impone una decisa stretta sulla reversibilità delle pensioni nel caso in cui la differenza d’età tra marito e moglie superi i 20 anni. Nel caso poi uno dei due coniugi abbia più di 70 anni al momento delle nozze (e la differenza con l’altro sia di più di 20 anni) la pensione di reversibilità sarà ridotta del 10% se il matrimonio dura meno di 10 anni.

Taglio agli stipendi dei ministri. Da luglio, ossia tra due giorni, scatterà il taglio del 50% dello stipendio dei ministri parlamentari. In sostanza ai titolari di un dicastero resterà “solo” lo stipendio da parlamentare. Esclusi invece chi non è un deputato o un senatore, come nel caso di Gianni Letta (sottosegretario alla presidenza del Consiglio e quindi membro del governo) e di Ferruccio Fazio ministro della Salute. Su questo capitolo della manovra c’è però un piccolo giallo: se n’è parlato ma non compare nella bozza distribuita ieri dal ministro Tremonti.

Liberalizzazione delle professioni. Via tutte le restrizioni che bloccano la libera concorrenza tra le professioni, con alcune eccezioni: la norma non varrà per avvocati, ingegneri, architetti, notai, farmacisti e autotrasportatori. Tra qualche mese potrebbero quindi sparire i limiti al numero di persone autorizzate a praticare le professioni contenute nel testo della manovra, le licenze e le autorizzazioni amministrative necessarie per praticarle, via al divieto di lavorare entro una delimitata area geografica, stop all’imposizione di prezzi minimi e commissioni. Il testo assomiglia a una prima anticipazione dell’abolizione degli ordini professionali, cosa che innescherà inevitabili proteste da parte delle varie professioni interessate.

28 giugno 2011

Vodafone-Ericcson: Comunicato stampa 28 giugno 2011

VODAFONE: SLC-CGIL “LAVORATORI APPROVANO ACCORDO SU TUTELE NEL PASSAGGIO A ERICCSON. PREMIATI MERITO E PERCORSO DEMOCRATICO”

Con oltre l’85% di lavoratori consultati tramite il voto e con oltre il 64% di voti favorevoli l’ipotesi di accordo sulle tutele per i lavoratori Vodafone passati ad Ericsson è stata approvata”. Così dichiara in una nota Alessandro Genovesi, Segretario Nazionale di SLCCGIL.

“Pur rimanendo contrari all’operazione industriale e ritenendo, oggi più di ieri, che serve una nuova norma sulle cessioni di ramo d’azienda, snaturata dopo la legge 30 del 2003, con senso di responsabilità abbiamo trattato per dare il massimo di tutele occupazionali e normative tanto a chi è rimasto in Vodafone, tanto per chi è passato in Ericsson. In particolare ha premiato sia il merito dell’intesa che il metodo democratico di validazione prima del mandato a trattare, quindi di una specifica piattaforma, infine del voto di tutti i lavoratori impattati sull’ipotesi di accordo”.

“Come OO.SS e Coordinamento Nazionale delle RSU Vodafone – continua Genovesi – siamo soddisfatti dei risultati raggiunti per le tutele occupazionali e normative relative ai 335 esternalizzati, ribadendo la strategia sindacale di imporre “clausole sociali” che vincolino cedente e cessionario e per le garanzie industriali, occupazionali e sul perimetro relativamente alle aree interne a Vodafone. I punti salienti dell’accordo sono: la garanzia occupazionale di 5 anni con in più, al quarto anno, un incontro tra aziende e OO.SS per illustrare l’eventuale prosecuzione della partnership e le ricadute sul personale coinvolto (in sostanza la non licenziabilità dei dipendenti ceduti); la garanzia in caso di interruzione anticipata del contratto con Ericsson delle tutele occupazionali e normative per tutti i 335 lavoratori, secondo il principio per cui “i lavoratori seguono il lavoro”; gli incontri periodici (una volta l’anno) tra le due aziende e i sindacati per verificare l’applicazione dell’accordo, l’andamento del servizio e le condizioni dei lavoratori coinvolti; il mantenimento del Fondo Sanitario integrativo; il mantenimento dell’iscrizione al Fondo di Previdenza Telefonici per gli aventi diritto; l’anticipazione del PdR del 2012 nel mese di luglio 2011 pari al 70% del valore teorico base 100, con conguaglio nel mese di giugno 2012 sulla base degli effettivi risultati; la possibilità del telelavoro e il mantenimento degli assetti territoriali con specificazione degli ambiti comunali; il mantenimento degli accordi sindacali sulla reperibilità, sulle ferie ed i permessi in più, ecc. (sia rispetto al CCNL che agli accordi in Ericsson); la non assorbibilità del superminimo a fronte di nuovi aumenti contrattuali (non presente sull’accordo ma nelle lettere che verranno consegnate ai lavoratori e ribadito in una lettera ufficiale di Vodafone data ai sindacati); le garanzie sul piano industriale di Vodafone, sulle principali attività a partire dal customer, con almeno 60 assunzioni su tutto il perimetro aziendale ed un forte investimento sulla formazione. Questo ultimo punto anche come risposta alla mobilitazione e alla partecipazione dei colleghi di diversi call center e degli altri reparti della rete (progettazione e sviluppo) alla mobilitazione del sindacato”.

Stress da lavoro, ansia, mobbing: ecco la causa delle nuove malattie professionali - malattia lavoro correlato -

Individuare il disturbo del lavoratore, correlarlo al tipo di attività svolta e inserirlo nella lista delle malattie tabellate dalla legge. Questa sembra essere la formula che ha portato al calo delle denunce e dei riconoscimenti di malattie professionali. Dunque la conoscenza di una patologia e dell’agente che la determina è la chiave per prevenirla ed è capace di innescare un ciclo virtuoso.

Così è successo all’INAIL che registra una diminuzione costante delle malattie professionali conosciute, ma che allo stesso tempo vede aumentare le denunce di malattie da lavoro correlate, cioè quelle di cui non si conosce ancora il rischio specifico che le causa. E il sospetto è che la trasformazione del lavoro in atto negli ultimi anni fa emergere nuovi disturbi professionali.

“Il calo del numero di denunce e di riconoscimenti di malattie tabellate è l’effetto di una politica di prevenzione resa possibile proprio dalla maggiore conoscenza dei rischi che le determinano” ci spiega il prof. Giuseppe Cimaglia, responsabile della Sovrintendenza Medica dell’INAIL.


Professore Cimaglia, quali sono le malattie professionali?

Sono le 85 malattie, più silicosi e asbestosi, causate da un tipo di lavoro incluso nella tabella di legge, cui vanno aggiunte le malattie lavoro correlate, cioè che non derivano da un rischio lavorativo specifico ma da un insieme di fattori di difficile

individuazione.


Malattie tabellate e non tabellate, ci può fare qualche esempio?

Quelle tabellate vanno dalle ipoacusie da rumore alle malattie causate da agenti chimici, dalle parassitosi ai disturbi respiratori. Si tratta di patologie cosiddette “tradizionali”, che hanno subito una profonda evoluzione nel tempo e che oggi sono ben definite per quanto riguarda le lavorazioni. L’aspetto positivo è che stanno diminuendo rapidamente.


Quali sono le malattie più diffuse?

Il disturbo più frequente è l’ipoacusia da rumore, sia come malattia tabellata sia come non tabellata dato che il rumore non è un fenomeno limitato all’ambiente lavorativo. Al secondo posto troviamo i problemi dell’apparato respiratorio causati dall’inalazione di fumi, polveri inerti o irritanti, sostanze che provocano fibrosi come nel caso della silicosi e dell’asbestosi. In crescita risultano anche le malattie dermatologiche, allergiche o da sostanze irritanti, causate da un sempre maggiore inquinamento dell’aria che determina sensibilizzazioni anche acute. Sono malattie in evoluzione nei Sono malattie in evoluzione nei confronti delle quali l’INAIL pone grande attenzione anche per sollecitare interventi legislativi di sostegno alle attività di prevenzione.


E le malattie della new economy?

Il lavoro è totalmente cambiato: si è passati dalle attività tradizionali, industriali e agricole, al terziario che oggi assorbe circa il 70% della forza lavoro. Questa trasformazione crea nuovi pericoli, cosiddetti “rischi emergenti”, che possono essere causa di patologie ancora sconosciute. Ad esempio il lavoro svolto in ambienti con aria condizionata, o a ventilazione forzata, può essere causa di malattie quando i filtri sono intasati o l’aria che viene continuamente riciclata non è rinnovata adeguatamente.


Si dice che le malattie professionali del 2000 sono legate soprattutto a condizioni di stress e mobbing...

Sì, avranno come punto di riferimento soprattutto lo stress, che ormai fa parte dell’organizzazione del lavoro moderno, della competizione, del confronto con i propri limiti. Lo stress però non è una malattia, ma un meccanismo di difesa che si mette in atto al momento un cui l’organismo viene sollecitato dall’esterno. E’ una risposta positiva che tende ad allontanare lo stimolo negativo. Se perdura o aumenta d’intensità, l’organismo può reagire con una somatizzazione a carico di alcuni organi che possono essere compromessi nelle loro funzioni. E’ a questo punto che lo stress determina uno stato di malattia che può essere ricondotto al lavoro. E’ una condizione che si riscontra soprattutto nelle malattie cosiddette plurifattoriali, cioè causate da fattori che si aggiungono a quelli lavorativi. La difficoltà sta proprio nel capire quale parte della malattia dipende dal lavoro. E il medico legale deve dirimere i dubbi per dare una tutela privilegiata al fattore lavorativo. Dobbiamo conoscere meglio il fenomeno dal punto di vista epidemiologico con studi mirati a categorie di lavoratori normalmente esposti a questi insulti per capire quanto una malattia è riconducibile al lavoro e in che misura invece esisteva la possibilità che si verificasse comunque.


Che cosa cambia il danno biologico per i medici dell’INAIL e per gli assicurati?

L’estensione della tutela al danno biologico è stata un’enorme conquista e una rivoluzione dal punto di vista assicurativo e medico legale. E’ il risultato di una maturità professionale del personale dell’INAIL che ne ha saputo concertare e congegnare l’introduzione. L’esigenza era avvertita da tempo e la Corte Costituzionale si era più volte espressa per l’introduzione del danno biologico e dal momento in cui il Parlamento ha delegato al Governo la soluzione introdotta dal decreto di riforma, l’Istituto ha saputo rispondere alle aspettative. Il danno biologico, che tutela la salute del lavoratore in modo globale e non fa solo riferimento alla sua attitudine al lavoro, è quanto di più moderno e sofisticato si potesse immaginare. A mio avviso deve essere considerato anche per procedere alla riforma delle invalidità.


Videoterminali: postura e stress

Il presente lavoro riprende e integra il precedente "video terminali: guida all'utilizzo" già edito dall'Istituto e confortato dalla esperienza maturata nelle sedi periferiche dai medici dell'INAIL. Interessati a tale problematica sono i pubblici dipendenti dal momento che i "videoterminalisti" sono ben rappresentati in tale settore, ma non solo.


Infatti lavoratori del terziario costituiscono oltre i due terzi della forza lavoro attiva nel nostro paese e, in questo comparto, risulta molto ben rappresentato il lavoro impiegatizio.


Nel testo vengono esaminate le problematiche relative allo "stress" e alla "postura" e, con riferimento a quest'ultima vengono proposti alcuni esercizi fisici tratti da un manuale del S.u.v.a. (Istituto Nazionale Svizzero contro gli infortuni).


Lo "stress" invece rientra in una categoria di rischi "nuovi" che possono determinare disturbi o malattie oggi attentamente studiate dagli specialisti anche in relazione a patologie psichiche o psicosomatiche.

(Leggi stress...)


Il Sovrintendente Medico Generale

Giuseppe Cimaglia

Il Responsabile Settore V Prevenzione

Adriano Ossicini

Autori

Dr.ssa M.C. Casale (Sovrintendenza Medica Generale)

Dott. A. Citro (INAIL CDPR)

Dott.. A. Ossicini (Sovrintendenza Medica Generale)

Dott. G. Pastore (Sovrintendenza Medica Regionale)

Turnistica: Analisi dei principali fattori condizionanti e la progettazione dei turni


Nel processo di definizione dei turni entrano in gioco numerose variabili legate sia alla domanda sia all’offerta, variabili che costituiscono tre grandi fattori e che, secondo i casi e le situazioni, assumono ruoli e pesi diversi:

- Fattori assistenziali, strutturali e organizzativi

- Aspetti normativi e contrattuali

- Aspetti bio-psico-sociali del personale


Fattori assistenziali, strutturali e organizzativi:

Caratteristiche quali-quantitative delle persone da assistere (numero, grado di dipendenza, età ecc.); il turno deve quindi essere rapportato al fabbisogno assistenziale presente.

Variabili legate alle condizioni operative in cui si lavora:

- struttura architettonica e logistica, disponibilità

- di mezzi tecnologici e informatici, numerosità

- qualifica del personale.


Fattori normativi e contrattuali:

In particolare i provvedimenti legislativi più importanti sono:

- Riferimenti legislativi Decreto legislativo n. 66 dell’8 marzo 2003 (G.U. n. 87 del 14 aprile 2003 S.O. n. 61- Circolare ministeriale n. 8/2005

- Attuazione delle direttive 93/104/CE e 2003/34/CE, concernenti taluni aspetti dell’orario di lavoro

- Norme di natura contrattuale e sociale, quelle che disciplinano il rapporto di lavoro e gli aspetti giuridici della professione


Aspetti bio-psico-sociali del personale:

- Il ritmo circadiano, detto anche “orologio biologico” regola le funzioni dell’organismo rispetto al susseguirsi del tempo veglia/sonno e al cambio stagionale. Il lavoro a turni, determina alterazioni del normale funzionamento di questi ritmi.

- La cronobiologia, cioè la scienza che studia questi fenomeni ha messo in evidenza che la tolleranza al lavoro turnistico è molto variabile ed è influenzata da numerosi fattori (personali, famigliari, ambientali e sociali, legati al tipo di turnazione e al posto di lavoro)

- età, sesso, condizione sociale, familiare, culturale, economica, provenienza/integrazione, residenza/domicilio, possibilità “dopo lavoro”, possibilità “doppio lavoro”, ecc.


Classificazione dei turni

- Per TURNO si intende una periodica rotazione di lavoro in base ad una specifica sequenza.

Per parlare di TURNO occorre pertanto che il lavoro sia:

- Sostenuto da più persone che si danno il cambio per svolgere una determinata attività

- Articolato in successione di giorni di presenza/assenza che si ripetono

- Organizzato in una o più fasce orarie che suddividono la giornata in MATTINA, POMERIGGIO , NOTTE


Classificazione dei turni:

- TURNI A ORARIO NORMALE O “FISSO” O NON TURNO In genere l’orario normale si svolge di mattina e non sono presenti le caratteristiche tipiche del lavoro a turni: non esistono forme di alternanza di giorni e rotazione tra operatori.

- TURNI A CICLO DIURNO: Turno con orario esclusivamente giornaliero che generalmente si sviluppa sulle 12-14 ore. In ogni caso secondo le attuali norme (D.Lgs. 26/11/1999 n. 532 “Disposizioni in materia di lavoro notturno, a norma della’art. 17, comma 2, della L. 5 Febbraio 1999, n. 25”), non deve comprendere l’intervallo orario tra la mezzanotte e le cinque del mattino Esiste rotazione tra gli operatori ai quali, in base alle esigenze di servizio, vengono assegnati turni di lavoro con orario continuato o spezzato e/o feriali o festivi. Spesso usati in associazione con i turni a ciclo continuo.

- TURNI A CICLO CONTINUO, detto anche di giro o sulle 24 h: Copre tutte le 24 h giornaliere di tutti i giorni della settimana e dell’anno In particolare si distinguono in:

- Turni a ciclo continuo regolare idonei per attività che non si modificano nel tempo (dal lunedì alla domenica sempre la stessa intensità di lavoro); la distribuzione delle presenze nella giornata può essere uniforme o avere pesi diversi nelle varie fasce orarie (M-P-N)

- Turni a ciclo continuo variabile. La presenza degli operatori è commisurata alle esigenze settimanali del servizio (es. si riducono il fine settimana)

- Turni a ciclo continuo libero (variano in continuazione) Tipici delle situazioni molto avanzate sul piano gestionale che hanno introdotto meccanismi di flessibilità per ottimizzare l’utilizzo della risorsa umana seguendo le punte produttive.


Stesura dei turni:

Consiste nel redigere per esteso lo sviluppo temporale del turno di lavoro dell’intera equipe assistenziale; in genere viene sviluppato per un periodo da uno a tre mesi in modo che il personale possa conoscere il proprio impegno lavorativo e conciliare con esso la propria vita familiare e sociale.

Il turno è stilato sulla base di una semplice matrice che riporta da un lato gli operatori in turno e sull’altro i giorni del periodo temporale preso in considerazione. La matrice viene compilata utilizzando simboli convenzionali che indicano le presenze/assenze assegnate a ogni operatore in corrispondenza del periodo temporale preso in considerazione.


I metodi di compilazione del turno sono due:

- Diagonale, Si riproduce la sequenza del turno dall’alto al basso e da sinistra a destra e poi si completa la matrice in diagonale. Idoneo per lo sviluppo di turni a ciclo diurno e continuo con ciclo regolare e variabile (settimanale)

- Consecutivo, Si sviluppa procedendo nel senso normale di scrittura, in continuo, fino a riempire tutta la matrice del periodo necessario. Si utilizza per turni con ciclo variabile (no settimanale), turni con ciclo libero, turni con sequenza multipla.


Struttura del turno:

- Sequenza, numero di giorni compresi nel periodo di tempo che intercorre tra inizio/fine turno. Sulla sequenza si organizza la quantità dell’assistenza da erogare per ogni giorno settimanale e per ogni fascia oraria giornaliera.

- Lo schema della sequenza è l’unità informativa minima da cui si deve partire prima di procedere alla determinazione e sviluppo dei turni

- Tutti i turni a ciclo continuo o diurno presentano caratteristiche diverse in base al fatto che nella sequenza la quantità delle presenze sia regolare o variabile

Modulo, La diversa successione che si ottiene alternando la mattina, il pomeriggio e la notte e i relativi riposi porta a diversi programmi di avvicendamento del turno detti “modulo del turno”In linea generale nella definizione del modulo di

turno occorre tenere conto nella distribuzione:

- Dei riposi/pause (intervalli di assenza dal lavoro)

- Della lunghezza della sequenza

- Denominazione: I turni si possono classificare in base alla sequenza (numero di giorni compresi nel periodo di tempo che intercorre tra inizio/fine turno), in relazione al numero di operatori che sostengono il turno stesso.

Telecom Italia: Risorse umane, relazioni industriali, progetto benessere e tanto altro

Molte aziende italiane, come pure Telecom Italia, sono ancora alle prese con gli adempimenti e la gestione della salute e sicurezza sul lavoro e non a caso istituzioni e sindacati stanno facendo il possibile per far rispettare le metodologie adeguate che riguardano "la valutazione del rischio stress da lavoro correlato"

Dall’inizio dell’anno tutte le imprese italiane sono sottoposte all’obbligo di includere la valutazione rischio stress nel Documento di Valutazione dei Rischi, ed in parecchi casi gli organismi interessati, hanno rilevato le prime inadempienze.

Il PM Raffaele Guariniello si sta adoperando in modo giusto e concreto per la tutela della salute e delle sicurezza dei lavoratori. Il giudice ha già aperto otto inchieste in Italia e le indagini ad oggi sono in pieno svolgimento ed hanno portato le aziende interessate ad essere iscritte nel registro degli indagati poichè la valutazione del rischio stress non rientravano negli effettivi parametri ed in quelle problematiche di salute e sicurezza denunciati dai lavoratori stessi.

Telecom Italia, che da poco ha pure cambiato la sua struttura manageriale, ha sempre dichiarato di essere attenta e vigile a certi tipi di problemi mettendo in campo una serie di iniziative che hanno visto protagonista l'azienda sia sulla carta stampata che vincitrice di premi per la sua spiccata sensibilità verso gli interessi non solo lavorativi ma anche umani della propria forza lavoro.

Ha pure creato il suo "Progetto Benessere" mirato appositamente a "individuare le possibili azioni di miglioramento verso i suoi dipendenti" coinvolgendo perfino i ricercatori della Facoltà e del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino.

Dall’analisi dei dati raccolti su un campione di 3000 operatori è emerso:

-- la conciliazione lavoro/tempo libero incide sul malessere psico-fisico. In tal senso l’operatore può essere sostenuto nel raggiungimento e nel mantenimento di un migliore equilibrio vita lavorativa/vita privata sia attraverso un’adeguata e più funzionale organizzazione dell’orario di lavoro e dei turni, sia attraverso iniziative organizzative rivolte a soddisfare i bisogni della famiglia;

-- i supporti tecnologici e informatici, nonché gli strumenti per affrontare la relazione emotiva con il cliente, sono risorse che possono facilitare e sostenere il lavoro;

-- la qualità dell’ambiente fisico di lavoro in linea con le disposizioni ergonomiche, favorisce il benessere psico-fisico;

-- la valorizzazione del personale, attraverso il riconoscimento delle competenze e dell’esperienza lavorativa, l’equità di trattamento, la trasparenza delle decisioni organizzative, rappresenta un punto di attenzione importante nella direzione di un maggiore benessere lavorativo. ( dati presi dal sito stesso di Telecom: http://2009sustainabilityreport.telecomitalia.it/it/content/progetto-benessere-nei-call-center )


Riconoscendo a Telecom tanta buona volontà ed apprezzando gli sforzi e gli investimenti che si stanno facendo in merito, mi sembra opportuno sottolineare che alle semplici parole bisognerebbe applicare la concretezza dei fatti, ricordando a qualche dirigente, responsabile o qualsivoglia manager che è stato preso da grande "Sindrome di Onnipotenza" (tanto da ignorare oltre alle regole scritte anche principi morali ed umani) che in Azienda lavorano non animali da macello ma esseri viventi che hanno un cuore, un'anima e tutte quelle lecite debolezze fisiche, psichiche e mentali che sono le normali caratteristiche che contraddistinguono il genere umano. Si fa quindi preghiera a chi è preposto alle relazioni industriali ed alle risorse umane di capire se qualche anomalia (da un anno a questa parte) si è accentuata un po' di più e magari di individuare il punto/i di caduta per indurre chicchessia ad una giusta riflessione sulla gestione in generale e su salute e sicurezza in particolare. Non si chiede come in giurisprudenza "La Punizione del Colpevole", ma solo un po' di buon senso.

Salvo Moschetto

Responsabile Customer Care Telecom Italia

Slc Cgil Catania

Nota di redazione:

Telecom Italia vince premi CMMC 2011 per migliori Customer care con servizi 187 e 119 - Premi assegnati rispettivamente per il miglior progetto innovativo con il Servizio 187 e al “Responsabile Servizio Clienti” per la qualità ed efficienza del Servizio 119. - Telecom Italia ha ottenuto due prestigiosi successi nell’edizione 2011 del premio Customer Management Multimedia Competence (CMMC): il primo grazie al miglior progetto innovativo realizzato con il Contact Center 187 per i servizi di telefonia fissa, il secondo dedicato al “Responsabile Servizio Clienti” per i brillanti risultati di qualità ed efficienza raggiunti dal Servizio Clienti 119 di TIM. Il premio CMMC è rivolto a tutti gli operatori che si sono distinti per capacità di gestione nei rapporti con la clientela attraverso significative innovazioni di servizio.