- Scritto da Patrizia Maltese -
Ha difeso l’uso delle intercettazioni nelle indagini e detto no al bavaglio alla stampa, perché “i cittadini hanno il diritto di essere informati”, il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, ieri sera all’inaugurazione della seconda edizione di “Trame”, il festival dei libri sulle mafie in corso a Lamezia Terme che si concluderà il prossimo 24 giugno.
Grasso ha aggiunto che “si può morire di mafia perché vittima della violenza mafiosa, ma anche e soprattutto se l’indifferenza e la rassegnazione prendono il sopravvento” e quindi ha promesso: “Noi cercheremo sempre verità e giustizia”.
Ma al centro della serata di ieri c’era soprattutto il coraggio delle donne, vera rivoluzione sociale, che è stato il tema di un incontro moderato dalla giornalista Bianca Stancanelli e al quale hanno preso parte la scrittrice Angela Bubba, il pm Alessandra Cerreti, la presidente del Fai Maria Teresa Morano e la giornalista Angela Corica. Donne di ‘ndrangheta – quelle di cui si è parlato -, che scelgono di collaborare con la giustizia rompendo un legame di sangue che sembrava indissolubile, ma anche donne professioniste e imprenditrici che hanno ben chiaro da che parte stare, dalla parte dell’etica e della legalità, anche se questo vuol dire rinunciare ai privilegi.
A una di queste donne rivoluzionarie, la pentita Lea Garofalo, assassinata nel 2009 per aver svelato i particolari di una faida fra due clan ‘ndranghetisti, l’amministrazione di Lamezia ha annunciato che intitolerà una strada.
Ma rivoluzione sociale è stata anche quella di Pino Puglisi, il parroco del quartiere palermitano di Brancaccio assassinato il 15 settembre 1993 per il suo impegno antimafia al quale è stato dedicato uno dei momenti della serata.