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Assemblee, proteste, volantinaggi: la rivolta dei lavoratori Siae si è ormai scatenata. Alla base della protesta, un ordine di servizio del direttore generale Gaetano Blandini che, dopo aver disdetto gli accordi collettivi del personale non dirigente, revoca il regolamento per gli orari di lavoro, straordinari, ferie, malattia, maternità, congedi. Iniziativa singolare nel mezzo di una trattativa per il rinnovo del contratto: fonti sindacali informano come dopo una prima tranche di richieste accettate ne fosse arrivata una seconda, su cui le associazioni dei lavoratori erano pronte a trattare, a questo punto la Siae ha abbandonato il tavolo, passando alle maniere forti. E forse non del tutto lecite: il segretario generale della Slc Cgil Emilio Miceli ricorda che «non è nel potere di Blandini» la disdetta degli accordi, e non a caso il senatore del Pd Vincenzo Vita parla di «scempio di diritti». Infatti una simile decisione spetterebbe non a un direttore generale ma a un amministratore delegato o al CdA. I sindacati denunciano che mentre sono chiesti sacrifici, alla Siae ci siano state ben 160 promozioni a livello dirigenziale: basso impero. A sera con uno scarno comunicato la direzione Siae annuncia la riapertura della trattativa. Matteo Orfini, responsabile cultura del Pd, insorge chiedendo un serio intervento, visto che un rosario di scandali attanaglia Siae da quando il governo Berlusconi nel 2011 l'ha commissariata, affidandone la guida al novantenne Gian Luigi Rondi, che voci di corridoio vedono come testa di legno per coprire l'azione dei due vice commissari, Mario Stella Richter e Domenico Scordino, e quella appunto di Blandini, uomo caro a Gianni Letta e che con piglio protagonistico sembra diventato il vero padrone della baracca. A dicembre scorso è iniziata la «querelle» dei fondi immobiliari, che secondo i sindacati maschererebbe l'alienazione del cospicuo patrimonio immobiliare Siae a prezzi irrisori. Operazione non proprio trasparente e che sembra rimandare ai fasti della cricca: nessuna sorpresa quando a maggio Blandini è risultato indagato nella inchiesta sui Grandi Eventi, per aver finanziato in quanto direttore generale del Cinema al Mibac le società delle mogli di Anemone e Balducci. Blandini non ha comunque sentito l'esigenza di dimettersi. Ma il pelo sullo stomaco deve essere spuntato anche ai due vicecommissari, il cui compito era di riscrivere lo statuto della Siae - vero motivo del commissariamento - poi lo hanno consegnato alle autorità vigilanti (Presidenza del Consiglio e Ministro dei Beni e delle Attività Culturali), senza consultare la base associativa.
SIAE IN SCIOPERO
Il giorno 12 giugno 2012 la Siae si ferma. I lavoratori della Direzione Generale, delle Sedi, dei Presidi e di tutte le Filiali, proclamato lo sciopero, daranno vita in tale data a una manifestazione che vedrà l’attivazione di due presidi che si terranno dalle ore 10,00 alle ore 17,00 rispettivamente presso Piazza di Montecitorio e Via del Collegio Romano. Lo sciopero è stato indetto nell’ambito dello stato di agitazione già proclamato unitariamente da tutte le OO.SS. a sostegno della vertenza posta in essere quando la Gestione commissariale dopo la disdetta degli accordi e l’abbandono del tavolo di trattativa, ha applicato per tutti i lavoratori una normativa di emanazione unilaterale cancellando salario e diritti.
In SIAE si scardina il sistema delle relazioni industriali del Paese, spazzando unilateralmente tutele e diritti dei Lavoratori.
Questo è ciò che sta accadendo in questi giorni alla SIAE (che certo non è un Ente in crisi (750 milioni di euro il suo cash-flow annuo), in tal modo si fanno pagare ai lavoratori le conseguenze di una politica industriale difficilmente in grado di aggredire efficacemente i nuovi marcati dell'era digitale.
L'operazione rischia una destrutturazione dell'Ente pubblico economico a base associativa, a sicuro scapito degli oltre ottantamila associati.
La SIAE al contrario dovrebbe imporsi come centro regolatore nel sistema della produzione culturale del Paese mantenendo quel carattere di terzietà che dovrebbe garantire interessi e tutele anche dei piccoli/medi autori.
Restano aperti alcuni grandi dubbi:
1) Il silenzio della Base Associativa che sembra non essere consapevole del gravissimo danno che gli deriverebbe dagli interventi sul modello statutario in cantiere con cui verrebbe totalmente sottratto il controllo della Società alle fasce autorali più deboli per creare una struttura oligarchica che potrebbe decidere del destino di tutti.
Per questo auspichiamo anche un incontro urgente con le rappresentanze di tutta la Base Associativa, con l'auspicio di individuare percorsi e soluzioni condivise.
2) La gestione commissariale nel suo complesso che, nell’ambito del riequilibrio economico doveva provvedere all’approvazione del Bilancio 2010, e del quale al momento non si ha notizia; allo stesso modo doveva licenziare il nuovo Statuto, che giace secretato presso le autoritàvigilanti.
Peraltro non si può dimenticare infine che da mesi è aperta un'indagine conoscitiva su Gestione e governance della SIAE presso la Commissione Cultura della Camera dei Deputati.
Certo, non ci si fa mancare niente!
Appuntamento per tutti alle ore 7:30 sotto la Direzione Generale o direttamente a Piazza Montecitorio alle ore 10:00
SIAE: Dichiarazione di Emilio Miceli, Segretario Generale SLC-CGIL del 1 giugno 2012
L'efficientissimo direttore della Siae, dr. Blandini, ha disposto che in azienda non si applicano più gli accordi collettivi, compreso il contratto.
Non è nel suo potere, non lo può fare e dovrà fare un passo indietro per la reazione legittima del personale e perché chiederemo al giudice di fermare questo scempio, non solo giuridico.
Non sappiamo a cosa imputare questa iniziativa, se al confronto sindacale in atto oppure alle denuncia del sindacato sulla valorizzazione degli immobili di proprietà della Siae.
I contratti di lavoro possono solo essere rinnovati e non aboliti: ciò dovrebbe essere chiaro anche al direttore. E' evidente che tira una brutta aria. Una parte del paese intende azzerare non solo il sindacato, ma la personalità giuridica del lavoratore come soggetto che, attraverso la Costituzione, ha diritto pieno e libero alla contrattazione. C'è una visione proprietaria della Siae e questo è chiaro. Stia certo il Dr. Blandini, in questo smisurato e curioso potere non rientra di certo la disponibilità della vita delle persone.