29 giugno 2012

Giovanni Pistorio: «Necessario che i call center restino nel nostro territorio»


Premesso che siamo strenuamente difensori della libertà di informazione e del diritto di critica, riteniamo necessario fare il punto su alcune questioni relative ai call center.
Troppa pessima pubblicità è stata praticata in questi ultimi anni e in maniera indiscriminata nei riguardi di un settore di attività presso cui operano a vario titolo e nei diversi servizi non "gentili voci che rispondono al telefono" ma operatori di un servizio a cui vengono richieste, dalle committenti nazionali ed internazionali, prestazioni su servizi sempre di più alto livello; altra cosa è la televendita. Il settore dei call center fa generalemente riferimento a tutta una serie di attività non adeguatamente disciplinate per legge: gli appalti spesso vengono fissati al massimo ribasso, è relativamente semplice evadere i contributi, la catena del subappalto e degli affidamenti è vulnerabile ad ogni tipo di interferenza e di infiltrazione e spesso per sfuggire al controllo istituzionale tante aziende chiudono per poi riaprire con altro nome.
Comunque sia, soprattutto in provincia di Catania operano tante altre aziende che, pur essendo a loro volte soggette al dumping delle aziende che operano in maniera scorretta sul mercato, resistono alla tentazione di andare in altre parti del paese o all'estero perché trovano in provincia di Catania condizioni logistiche vantaggiose e personale scolarizzato all'altezza del compito. A queste aziende, spesso facenti parte di gruppi industriali più complessi, come «Lombardia Informatica», continuiamo a chiedere un maggiore radicamento sul territorio e una espansione anche in altri settori di attività: maggior presenza e più occupazione.
Così come nelle aziende che operano in maniera trasparente che in quelle che operano in maniera a nostro avviso irregolare la Cgil agisce per esigere tutele, diritti, una equa retribuzione per tutti gli occupati nonché segnalando alle autorità competenti le irregolarità.
Per quanto riguarda le attività di «Lombardia Informatica», presso cui operano dipendenti assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato e apprendisti da confermare e nel quale vengono rispettate le regole, si tratta di attività sotto assedio politico. Fino a pochi anni fa, che nel call center si potesse creare buon lavoro non ci credeva nessuno, ma da un paio di anni a questa parte, in tempo di crisi occupazionale, la Lega Nord non fa altro che chiederne il rientro delle attività in Lombardia con buona pace di chi ci lavora in Sicilia.
Il sindaco di Biancavilla a cui per i trascorsi di sindacalista in questo caso non ha fatto certo difetto la sensibilità verso i temi legati al buon lavoro ed alla occupazione, infatti, sfidando le critiche ha inteso lanciare così un grido d'allarme per l'occupazione in un territorio che è stato falcidiato dalla crisi economica ed occupazionale. Naturalmente può essere criticato ma in ogni caso la vicenda non va nè sottovalutata nè strumentalizzata.
La ricollocazione di attività e la delocalizzazione verso l'estero rischiano di far sparire dal territorio i call center, soprattutto quelli che operano rispettando le regole, presso cui operano migliaia di lavoratori nella nostra provincia. La Cgil in questi ultimi anni non ha steso solo "lenzuolate di dossier" sull'occupazione mal pagata ma anche sulle delocalizzazioni. Che «Lombardia Informatica» rimanga sul nostro territorio è necessario.
Giovanni Pistorio
Segretario Confederale Cgil Catania