06 giugno 2012

Fibra ottica. Franco Bassanini: ‘CDP pronta a investire nel progetto Telecom Italia’

La Cassa Depositi e Prestiti è pronta a investire nel progetto sulla fibra ottica di Telecom Italia se anche la società crede in questo investimento.

È quanto ha affermato, intervenendo al convegno di Business International, il presidente della CdP, Franco Bassanini che ha sottolineato: “La vera domanda è: l’attuale incumbent intende fare questo investimento? Se sì, non c’e’ dubbio che, se richiesti, ma questo e’ un eufemismo, c’è la disponibilità di Cdp a contribuire al finanziamento di questo investimento attraverso una soluzione che può essere variamente costruita da un punto di vista dell’architettura societaria e finanziaria”.

Secondo Bassanini, in caso contrario, “è opportuno che questo investimento lo faccia qualcun altro restando aperti a tutte le forme di collaborazione, sempre nell’ottica di quel che serve al Paese”.

Bassanini ha quindi ricordato come le risorse pubbliche devono essere utilizzate esclusivamente per la digitalizzazione dei servizi della pubblica amministrazione, per l'alfabetizzazione informatica e per portare la banda larga nelle aree a fallimento di mercato. “Questo non riguarda Cdp che non appartiene strettamente al settore pubblico ma utilizza i risparmi delle famiglie per investimenti ad alta redditività”.

In vista della realizzazione della rete in fibra ottica, si è discusso molto nelle scorse settimane della decisione della CDP di finanziare – attraverso il fondo FSI – il progetto Metroweb, in cui il Fondo controllato dal MiSE tramitela Cassa Depositi e Prestiti ‘inietterà’ 500 milioni di euro.

Anche se i vertici Metroweb – Bassanini compreso – hanno subito chiarito che il piano della società che si occupa della fibra milanese (e che sta per acquistare anche la rete di Genova) non è in contrapposizione ma complementare a quello di Telecom Italia, in molti si sono chiesti se sia opportuni che i fondi pubblici intervengano a modificare le dinamiche di mercato in un settore che dovrebbe essere basato sulla concorrenza.

Anchela Ue, infatti, preme per la collaborazione, ma sulle infrastrutture passive, quali i cavidotti e le opere di ingegneria civile, che rappresentano la voce più consistente della spesa per le reti in fibra ottica.

Il responsabile Ue alla concorrenza, lanciando una consultazione sui fondi pubblici da destinare a queste opere, ha ribadito che i fondi pubblici in questo settore dovrebbero essere utilizzati in maniera oculata e la necessità che questi interventi siano complementari e non sostitutivi degli investimenti provenienti dagli operatori di mercato.

Alessandra Talarico