A seguito dei tagli alla cultura che rischiano di mettere in ginocchio le due più importanti istituzioni culturali catanesi che sono il Teatro Massimo Bellini ed il Teatro Stabile, il 16 maggio si sono recati presso la sede della Regione Sicilia per perorare la causa dei due Teatri il presidente della VII Commissione Cultura del Comune di Catania Manlio Messina , il consigliere comunale di Catania Francesca Raciti ed una delegazione di lavoratori e rappresentanti del sindacato.
La delegazione che è stata accolta dai deputati regionali Concetta Raia, Giovanni Barbagalloe Salvo Pogliese si è quindi soffermata, per una analisi dei fatti, con il presidente della commissione bilancio all'ARS Riccardo Savona che preso atto della gravità della questione posta si è impegnato a convocare per la prossima settimana, facendo seguito ad una esplicita richiesta avanzata dalla VII commissione cultura del Comune di Catania e sostenuta dalla delegazione presente, una audizione formaledella commissione bilancio all'ARS per la ricerca delle soluzioni tecniche al problema.
Nel corso dell'incontro, la delegazione ha più volte sottolineato e le sue osservazioni sono state apprezzate dal presidente della commissione bilancio all'ARS che soprattutto nei momenti di crisi chi governa non può intervenire linearmente attraverso tagli percentuali e bisogna assumersi la responsabilità di scegliere su che cosa puntare per favorire la crescita, lo sviluppo e l'occupazione e di come la cultura, anche nella sua funzione di volano di sviluppo, non può non essere valorizzata.
A tal fine è necessario ripristinare, a favore dei due teatri, i finanziamenti degli anni precedenti perchè se cosi non fosse i due teatri sarebbero costretti alla chiusura. I tagli lineari disposti dalla Regione Sicilia rischiano, infatti, di far venire meno le produzioni culturali in essere e perciò potrebbero costare ai due Teatri la decurtazione dei contributi nazionali e la restituzione degli abbonamenti in essere. Il ciò significa pure che i tanti musicisti ed attori non dipendenti verrebbero, nei fatti, ridotti alla fame e messi sul lastrico e verrebbero pure meno le partnership internazionali in fase di perfezionamento. E' il momento di scegliere e di decidere, ogni giorno che passa rischia di aggravare ulteriormente la sorte della cultura a Catania che per tali fatti è offesa e ferita.