Anche le aziende italiane stringono sui social network. Legalmente non esiste un limite quantitativo che fa scattare la perdita del posto. Si può andare da licenziamenti leciti irrogati per accessi ripetuti di oltre due ore al giorno, fino a collegamenti di mezz'ora al giorno, se monitorati per un lungo periodo.
L'utilizzo dei social network è più insidioso. Le sanzioni, sul piano teorico, possono scattare anche se il profilo è inattivo, ma tenuto costantemente aperto sul pc aziendale.
Il sistema di notifiche e l'avviso dei messaggi in arrivo possono distrarle ripetutamente il lavoratore, dando luogo a condotte sanzionabili. Per i dipendenti pubblici il rischio è maggiore.
A Forlì quest'anno cinque dipendenti pubblici sono stati indagati per peculato per aver usato facebook durante l'orario di lavoro. Non importa che il lavoratore abbia con la sua condotta comportato un danno patrimoniale all'ente pubblico di appartenenza perché oggetto di tutela è il buon andamento della pubblica amministrazione, che può essere compromesso anche da un uso privato degli strumenti informatici a disposizione (Tra le tante, v. Cassazione penale sez. VI, 15 aprile 2008, n. 20326).
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