10 maggio 2012

TELECOM - LA PERDITA “PILOTATA” NEL BILANCIO 2011 DI TELECOM ITALIA: PERCHE’?


- COMUNICATO -
Il “Sole 24 ore” in data 29 e 30 marzo scorso ha pubblicato alcuni articoli in merito alla chiusura, in perdita, del Bilancio 2011 di Telecom Italia. Attraverso un breve commento a tali articoli, forniamo una lettura semplice e chiara di quanto ha eseguito, a Bilancio, la società stessa.
Da il “Sole 24 ore”:
“Telecom dà un taglio agli avviamenti e chiude i conti in rosso, ma pagherà ugualmente la cedola preannunciata a fine febbraio. Il consiglio di amministrazione del 29 marzo ha infatti licenziato il bilancio 2011 con un risultato netto consolidato negativo per 4,7 miliardi di euro e una perdita di 3,6 miliardi per la SpA capogruppo. Effetto contabile della svalutazione degli avviamenti che è stata aumentata a un totale di 7,3 miliardi, rispetto ai 3,2 miliardi già iscritti a fine giugno. Come già la prima rata, anche la seconda riguarda gli avviamenti generati dagli asset domestici in conseguenza delle operazioni di accorciamento della catena societaria che hanno interessato Olivetti, Telecom e TIM nei primi anni duemila (operazioni Olivetti/Telecom nel 1999 e nel 2003 e acquisizione delle minoranze TIM nel 2005)”.
In sintesi, ciò significa che a seguito delle operazioni finanziarie di acquisizione e di successiva fusione, poste in essere prima da Colaninno poi da Tronchetti Provera sono confluiti, nel bilancio di Telecom Italia, avviamenti (cioè valutazioni delle capacità delle società coinvolte di produrre utili) per quasi 42 miliardi di euro e debiti di quasi pari ammontare (!!!), ovviamente esagerati rispetto al valore delle società acquisite. In sintesi Telecom Italia, da anni, si “ammazza” per ripagarne i debiti fatti e poi ricaduti sulla società stessa, scoprendo (solo ora???) che, in contropartita, c’è solo “fumo”.
Segue l'articolo del “Sole 24 ore”:
“Un’operazione di pulizia contabile, dunque, che non impedirà la remunerazione dei soci, sebbene di entità inferiore all’anno scorso per l’esigenza di dare priorità alla riduzione del debito e al mantenimento del livello del rating. Telecom però pagherà comunque 900 milioni di dividendi attingendo alle riserve distribuibili che, a fine giugno, ammontavano a oltre 10 miliardi”.
Quindi, la situazione non è poi così grave se il CdA, nonostante 7 miliardi di svalutazioni ed il bilancio in perdita, decide, dopo aver distribuito, dal 2004 al 2010, la bellezza di 14,8 miliardi, di distribuire ancora quasi un miliardo ai soci,. Questo perché “l’aggiustamento, comunque, è contabile”.
Tale manovra, oggi, è definita “svalutazione”. Le aziende la utilizzano “ogni tanto” (quando fa comodo?) per cifre clamorose e pare, a prima vista, una calamità sui bilanci. Anni fa, era denominata “ammortamento”, ed ogni anno figurava a bilancio, consentendo così alla società di “digerirla”, a poco a poco, nei conti aziendali. La sostanza resta la stessa e, proprio Telecom Italia, ci ha insegnato che “ammortamento” significa “autofinanziamento”, quindi, un risparmio non certo una disgrazia. E se, per ammissione della società stessa, “l’aggiustamento è solo contabile”, allora la perdita si è fatta solo sulla carta, e non nella gestione.
Infatti, sempre citando il “Sole 24 ore”:
“Senza le rettifiche, i conti si sarebbero chiusi invece con un utile netto in progresso dell’8,6% a 2 miliardi. Sul mercato domestico i ricavi si sono attestati a 19 miliardi (-5,2%), l’EBITDA a 9,24 miliardi (-1,6%)”.
Per cui, il trend dei risultati economici è decisamente positivo rispetto a quello dei ricavi, sottolineando così un recupero di produttività dei vari fattori produttivi. In particolare, l’EBITDA controbilancia il 3,6% della riduzione dei ricavi e, considerato che tra quello e questi ci sono i costi per gli acquisti ed il costo del lavoro, è evidente che, nel 2011, i dipendenti la loro parte l'hanno fatta egregiamente, per contribuire ai risultati della società. Insomma, per la “causa comune” i lavoratori “hanno già dato”, e tanto.
Segue ancora il Sole 24 ore:
“Per l’intero esercizio (2012) confermate le indicazioni del piano, con ricavi ed EBITDA stabili e un indebitamento finanziario netto rettificato di 27,5 miliardi (30,4 miliardi a fine 2011)”.
L'affermazione può essere letta in positivo, ovvero se i risultati non peggioreranno e l’indebitamento diminuirà ancora in misura rilevante; oppure in negativo, ovvero se i risultati non miglioreranno, dovranno essere fatte altre svalutazioni e dovrà essere chiuso un altro bilancio in perdita.
Tenuto conto di quanto sopra indicato, non vorremmo che la troppo clamorosa perdita di bilancio 2011 – con dividendi agli azionisti – celasse la “polpetta avvelenata” di una prossima dichiarazione di stato di crisi economica della società, con necessità aziendale di licenziamenti e di altri pesanti provvedimenti a carico dei lavoratori. Una crisi che sarebbe del tutto contraddetta da “un utile netto in progresso dell’8,6%”, senza le svalutazioni, dal raggiungimento del target di riduzione del debito e dai dividendi comunque deliberati.
La perdita di bilancio 2011 di Telecom Italia è una perdita di carta, che “fa bene” alla società, che inizia, finalmente, a “fare pulizia” nei conti aziendali, artificialmente gonfiati, per motivi esclusivamente finanziari, non gestionali, dal duo Colaninno/Tronchetti, e come tale deve essere valutata. La perdita non è, quindi, un indicatore di costi ancora fuori controllo, tanto meno per quel che riguarda il costo del lavoro.
Respingiamo quindi, fin da subito, ogni tentativo di derivare da essa ogni azione contro i lavoratori di questa società, proprio nel momento in cui è in discussione la riforma del mercato del lavoro e sono messi in discussione fondamentali diritti dei lavoratori.
Non ci è parsa, infatti, casuale la scelta del momento in cui far emergere (e in che misura!) una perdita che gravava sui conti aziendali almeno dal 2003, quando è evidente che, nel 2011, Telecom Italia non è peggiorata rispetto al recente passato, mentre nel Gruppo sono migliorati i risultati del Brasile e sono stati, finalmente, consolidati per l’intero anno quelli dell’Argentina, a loro volta lusinghieri. Eh sì, tutti questi miliardi di perdita, solo quest’anno, proprio quest’anno, un poco sospetti sembrano…

COORDINAMENTO NAZIONALE RSU SLC CGIL